A causa dell’inefficienza dell’amministrazione regionale PD/M5S, i viterbesi continueranno a pagare un prezzo salatissimo rischiando di diventare la pattumiera del Lazio
ROMA – Dopo anni di botta e risposta tra Regione e Comune, il neosindaco del PD da seguito alle scelte del suo predecessore confermando il conferimento nella discarica di Albano.
Nella Giunta capitolina anche Patanè (ex consigliere regionale), che nell’approvazione del recente Piano Rifiuti si è battuto per l’Ato Roma (che obbliga a chiudere il ciclo nella Capitale). Anche se il rischio è vedere Viterbo sommersa dai rifiuti di tutta la regione.
In questi giorni abbiamo sentito più volte il ritornello con cui Greta Thunberg ha accolto la conclusione dei lavori della CoP26 di Glasgow: “Basta bla bla bla, sono 30 anni che sentiamo chiacchierare”.
La frase dell’attivista svedese sembra calzare a pennello anche per il piano straordinario di pulizia di Roma da 40 milioni di euro promesso da Gualtieri il primo novembre scorso.
Dopo la pulizia di facciata nelle zone di transito di politici e ambasciatori impegnati per il G20, la situazione sembra essere tornata ai livelli (anzi, molto peggio) dell’amministrazione Raggi.
Il sindaco, infatti, sembra essersi sbilanciato eccessivamente non avendo calcolato che il suo “ambizioso” piano deve fare i conti con l’assenza di sbocchi adeguati di trattamento dei rifiuti raccolti. E anche con il parco mezzi deficitario di Ama, con oltre il 40% dei mezzi fermi.
Di questo non può che ringraziare i suoi colleghi di partito che governano la regione Lazio che nell’agosto del 2020 hanno approvato un Piano Rifiuti che non risolve le emergenze, rimandandole a Roma Capitale soprattutto per l’individuazione della nuova discarica.
Così è nato il conflitto istituzionale che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni di gestione dei rifiuti a Roma.
Oggi, però, il sindaco non è più Virginia Raggi e i “dispetti” nei confronti di Roma Capitale rischiano di ritorcersi contro la nuova amministrazione comunale.
Fa sorridere, infatti, che gli stessi attori che si sono battuti per far approvare un Piano che non fornisce strumenti per fronteggiare le emergenze, ma quasi le asseconda, oggi dovrebbero risolvere l’emergenza rifiuti della Capitale.
Pensiamo, ad esempio, al neoassessore capitolino Eugenio Patanè, che un paio di anni fa dichiarò: “Per raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza di Roma Capitale in tema di raccolta rifiuti è indispensabile la costituzione di un ambito territoriale unico, che non comprenda il territorio della provincia. Soltanto con la creazione di un Ato che riguardi esclusivamente la capitale, Roma potrà risolvere l’emergenza rifiuti ed essere autosufficiente per quanto riguarda la raccolta e lo smaltimento dell’indifferenziata”.
Patanè e i suoi ex colleghi della maggioranza di centrosinistra (con l’intesa del M5S), quindi, si sono battuti per la previsione dell’Ato Roma (per far dispetto alla Raggi?), che obbliga il Campidoglio a chiudere il ciclo entro i confini di Roma.
Ad oggi allo spaesato Gualtieri è rimasta soltanto una strada: confermare quanto fatto dalla Raggi, ovvero convalidare l’Ordinanza, con qualche variazione, che autorizza il trasporto dei rifiuti per il post trattamento nella discarica di Albano. Oltre a lavorare all’attivazione di nuovi accordi per lo smaltimento fuori Regione, come l’accordo a cui lavora Ama con “Mantova Ambiente”.
Queste le soluzioni tampone, mentre per i prossimi mesi sembra che il presidente della regione Zingaretti si appresti ad autorizzare l’aumento delle volumetrie della discarica di Viterbo a 600 mila mc, facendola diventare così la discarica del Lazio. In questo modo, chi ha monopolizzato per anni l’economia dei rifiuti cittadini può continuare a fare la parte del leone.
A causa dell’inefficienza dell’amministrazione regionale PD/M5S, i viterbesi continueranno a pagare un prezzo salatissimo rischiando di diventare la pattumiera del Lazio.
I rifiuti dell’intera regione verranno accatastati nell’impianto della Tuscia in cui, come ricordato nei giorni scorsi, è stato conferito materiale non a norma, nell’indifferenza di Arpa Lazio e del suo Direttore, Marco Lupo, restio ad effettuare controlli nella discarica di Monterazzano.
Prima Virginia Raggi, adesso Roberto Gualtieri, ma i rifiuti sommergono ancora la Capitale d’Italia. E l’emergenza resta. Non è che il problema è Nicola Zingaretti?