ROMA – Scatta la confisca diretta sul conto in banca pari al profitto del reato anche quando l’indagato, in questo caso per traffico di influenze illecite, dimostra la provenienza lecita di una quota del denaro.
È quanto affermato dalle sezioni unite penali della Corte di cassazione che, con la sentenza n. 42415 del 18 novembre 2021, hanno respinto il ricorso di un 42enne di Salerno.
Ci sono volute oltre venti pagine di motivazioni per risolvere il contrasto nato all’interno della sesta sezione penale. Nelle ultime righe della sentenza il Massimo consesso di Piazza Cavour ha concluso che “qualora il prezzo o il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro, la confisca viene eseguita, in ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro, comunque rinvenuta nel patrimonio del soggetto, che rappresenti l’effettivo accrescimento patrimoniale monetario da quest’ultimo conseguito per effetto del reato; tale confisca deve essere qualificata come confisca diretta, e non per equivalente, e non è ostativa alla sua adozione l’allegazione o la prova dell’origine lecita del numerario oggetto di ablazione ”.
La vicenda riguarda un 42enne di Salerno indagato per aver esercitato le sue influenze presso la Commissione tributaria al fine di incassare, a pagamento, un verdetto positivo per il suo interlocutore.
Gli inquirenti avevano spiccato il sequestro finalizzato alla confisca sui suoi conti in banca. La difesa aveva però dimostrato che parte di quel denaro era di provenienza assolutamente lecita. Aveva quindi chiesto il dissequestro di quella quota.
Il Tribunale di Salerno aveva respinto l’istanza. Quindi il ricorso alla Suprema corte nel quale il legale ha insistito per il dissequestro delle somme di provenienza lecita. L’iter si è allungato perché il Collegio ha rilevato un contrasto e recapitato il plico alle Sezioni unite. Ora il verdetto è stato confermato e reso definitivo in sede di legittimità. L’uomo ha perso tutto il denaro che aveva in banca che corrispondeva a quanto percepito nell’ambito dell’affare illecito per corrompere i giudici della Ctr. Dello stesso avviso la Procura generale del Palazzaccio che ha chiesto alle Sezioni unite penali di confermare la misura per l’intero ammontare.