L’ex presidente dell’ente e assessore non vede alternative ad un accordo di larghe intese
VITERBO – Lo spessore di un politico si nota quando l’ipocrisia non gli appartiene. E’ il caso dell’ex presidente della Provincia di Viterbo Giulio Marini (tralasciando l’ampio curriculum politico) che, raggiunto telefonicamente da noi, ha parlato in modo chiaro in vista delle elezioni per il rinnovo dell’ente.
“Parliamoci chiaro – ci dice al telefono Marini. Non ci sono alternative a Romoli se vogliamo tornare a governare la Provincia di Viterbo. Il centrodestra è frastagliato e pieno di variabili. Non è coeso anche se fa finta di esserlo. La possibilità di allargare gli accordi politici può mettere al sicuro anche la stabilità del sindaco della città capoluogo (Arena, ndr)”.
La dichiarazione dell’ex sindaco non ci ha sorpreso. Tutt’altro. Il vero problema sta proprio nel fatto che la mancanza di coesione permette a Forza Italia (un partito inesistente a livello nazionale, regionale e provinciale) il lusso di avere in mano la poltrona da sindaco della città capoluogo e quella della provincia allo stesso tempo. La via maestra, secondo gli azzurri, è quindi quella delle larghe intese e quindi ad un accordo con parte del Partito Democratico.
Fra qualche ora i partiti di centrodestra torneranno a riunirsi. Il problema vero è che l’unica mossa che andrebbe fatta, contestualmente all’insistenza della candidatura del sindaco di Bassano in Teverina, se Fratelli d’Italia e Lega fossero davvero decise ad andare allo scontro, è quella di sfiduciare immediatamente il sindaco di Viterbo Giovanni Arena.
Minacce sempre urlate al vento e mai applicate. Del resto le crisi isteriche di Romoli durante le riunioni di maggioranza hanno 4mila buone ragioni. Già uno stipendio da 4mila euro al mese che lo metterebbero al riparo per i prossimi anni dalla crisi economica. Con lo stipendio del suo Comune se sopravvive è già tanto. Non ha mai lavorato e non ha un lavoro e quindi DEVE diventare presidente della provincia al posto di Nocchi.
Non solo. Ci sono enormi flussi di denaro da gestire. Quello legato ai rifiuti e all’intramontabile Ecologia Viterbo di Manlio Cerroni oltre gli altri legati al PNRR che non è una pernacchia ma il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Insomma tutto questo grande interesse a questo incarico che, giova ricordarlo, fino a ieri non fregava a nessuno e che sta stravolgendo gli equilibri politici al solo fine del tornaconto elettorale, è legato ai soldi da spendere sul territorio.
Romoli non vuole diventare il presidente del centrodestra unito come gli è stato chiesto. Non potrebbe fare come cavolo gli pare e rispondere in modo netto alla politica. Meglio le larghe intese. Più sono, più c’è confusione, e nel caos per un democristiano accanito come il sindaco di Bassano in Teverina, governare sarà un gioco da ragazzi.