Il docente universitario ha prima tentato una fuga, inutilmente. Raggiunto dal suo assassino che è entrato nella sua auto e gli ha sparato a sangue freddo alla nuca
TARQUINIA – Un pomeriggio di terrore quello di oggi trascorso alle Saline, a due passi dall’oasi e riserva naturale di Tarquinia. Alcune persone hanno chiamato i carabinieri perché avevano udito dei colpi d’arma da fuoco. Giunti sul posto hanno trovato davanti a loro una scena raccapricciante.Il cadavere di un uomo ancora sul sedile con la cintura allacciata e sangue ovunque.
L’uomo, colpito alla testa e ricoperto di sangue non era stato immediatamente riconosciuto. I carabinieri sono riusciti a risalire alla sua identità attraverso il numero di targa della sua vettura.
Si trattava di Dario Angeletti, biologo marino e professore associato all’Università di Viterbo, figlio di un noto medico viterbese. Sposato con figli.
La scena, inizialmente, sembrava il classico teatro di un suicidio. Le ricerche dell’arma utilizzata però non hanno dato esito positivo e quindi gli inquirenti sono ricorsi alle telecamere che, grazie all’impegno dell’amministrazione sono dislocate ovunque.
Da una prima ricostruzione sembrerebbe che Dario Angeletti stesse scappando da qualcuno. Poi l’arrivo nel grande parcheggio sterrato che si trova a ridosso delle Saline.
La vettura che lo seguiva l’ha affiancato. E’ sceso un uomo dal volto coperto probabilmente da un cappuccio o un passamontagna. E’ entrato nel lato passeggero ed ha fatto fuoco a sangue freddo.
Un colpo, forse due, sparati alla nuca del professore. Poi la fuga. Il killer conosceva bene i posti perché ha scelto vie di fuga secondarie e di campagna. Sono al setaccio le telecamere di tutte le strade e qualsiasi immagine o testimonianza può essere utile agli inquirenti che stanno indagando.
Il corpo di Angeletti, dopo tutti i rilievi effettuati dalla scientifica dei carabinieri è stato portato a Roma dove giovedì sarà effettuata l’autopsia per conoscere ulteriori dettagli e capire la dinamica del tragico fatto di sangue.
Grande sgomento in città. Sul posto, oltre alle forze dell’ordine e il magistrato della Procura della Repubblica di Civitavecchia, anche gli uomini della Compagnia dei Carabinieri di Tuscania e del Gruppo di Viterbo con il reparto scientifico che si è occupato di effettuare tutti i rilievi.
La vettura, posta sotto sequestro, è adesso rimessa nella caserma dei carabinieri ex forestale che si trova proprio all’interno delle Saline. Domattina saranno effettuati altri rilievi e nel frattempo è caccia all’uomo. Al killer. Chi conosceva il professore lo descrive come persona perbene. Amava la famiglia e il lavoro. Alle Saline c’è il centro di ricerca di biologia marina diretta dal dottor Nascetti, dove probabilmente Angeletti si stava recando. Inspiegabile al momento il movente.
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