TARQUINIA – C’è un fermo nel delitto di Dario Angeletti, il professore universitario ucciso nella sua auto a Tarquinia. Il biologo marino e professore associato dell’Università della Tuscia – sposato e con due figli – era apprezzato e ammirato da tutti i suoi concittadini e pare che alla base dell’omicidio possa esserci un movente passionale.
Gli inquirenti hanno notificato un fermo di polizia ad un uomo di 68 anni di nome Claudio Cesaris.
Cesaris, 68 anni, sarebbe un conoscente della vittima, originario del nord Italia: aveva preso in affitto un appartamento nel centro di San Martino al Cimino, in via Cadorna, che è stato sequestrato dalla Procura di Civitavecchia. L’uomo fermato lavorava come ricercatore presso l’università di Pavia. Il movente dell’omicidio sarebbe legato ad una contesa sentimentale.
Almeno nella testa di Cesaris che si era invaghito per una ricercatrice pavese, A.B., di 39 anni e per la quale si era separato anche dalla moglie.
La ricercatrice non ne poteva più delle pressioni di Cesaris e quindi ha deciso di lasciare Pavia trasferendosi a Viterbo.
Nel Dipartimento di Biologia dove ha preso servizio ha conosciuto Dario Angeletti con il quale si è trovata subito in sintonia.
Angeletti, ricordiamo, è stato trovato nella sua auto trafitto da un colpo di pistola calibro 6,35 sparato all’interno della vettura a distanza ravvicinata.
Avrebbe seguito Angeletti fino a spingerlo nel parcheggio per avere un chiarimento. Nessun appuntamento quindi. Una cosa nata e purtroppo “morta” lì.
Ha affiancato il biologo e sceso dalla macchina, ha aperto lo sportello lato passeggero ed ha esploso il colpo di pistola. Poi la fuga. Il 68enne fermato ha un regolare porto d’armi.
Angeletti conosceva a malapena Cesaris. Sapeva però della sua ossessione per la ricercatrice.
Ossessione che l’ha spinto ad un gesto estremo come uccidere un presunto rivale in amore.
Angeletti, figlio di un medico di Tarquinia, era sposato ed aveva due figli. Era molto conosciuto e stimato nella cittadina della Tuscia dove viveva e lavorava. Dal 2010 insegnava ecologia applicata e tutela dell’ambiente marino al polo universitario di Civitavecchia.
Il suo lavoro si svolgeva anche nel laboratorio di ecologia e centro ittiogenico sperimentale alle Saline di Tarquinia, a poca distanza dal posto dove il suo corpo è stato trovato senza vita.
Questa mattina il pm che ha firmato il provvedimento di fermo, Alessandro Gentile, lo ha interrogato nel reparto di Medicina Protetta del Dipartimento di Polizia Penitenziaria a Belcolle.
Fondamentali ai fini investigativi le immagini delle telecamere di videosorveglianza fortemente volute dal sindaco Giulivi.