“Non conoscevo Dario ma lo seguivo. Ho amato per quattro anni questa donna e il mio amore per lei era divenuto morboso”. L’avvocato difensore è il viterbese Andrea Fabbio: “Convalidato il fermo del pensionato milanese”
VITERBO – Claudio Cesaris ha confermato al Gip di Viterbo, dottoressa Savina Poli, di aver sparato alla nuca del docente di biologia marina Dario Angeletti martedì scorso.
Una ricostruzione lucida e allo stesso tempo incredibile per come il pensionato lombardo abbia deciso, alla fine, di compiere questo folle gesto.
L’avvocato del pensionato milanese è il viterbese Andrea Fabbio: “Il mio assistito è provato da questa vicenda. Non c’è stata premeditazione ma un’azione dettata da raptus di gelosia”.
Lungo il suo racconto che inizia con la precisazione di non aver mai conosciuto personalmente Dario Angeletti.
Ha confermato agli inquirenti di aver avuto una relazione sentimentale con la ricercatrice di Pavia per circa quattro anni. Poi la fine di questa storia e il trasferimento di lei a Viterbo, vincitrice di concorso al Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche all’Università della Tuscia.
Una separazione alla quale, Claudio Cesaris, non si era mai rassegnato. Il suo desiderio quello di tornare a vivere quell’amore che lo aveva spinto a separarsi anche dalla propria moglie.
La casa presa in affitto a poche centinaia di metri da quella della sua “amata” ricercatrice, nonostante la storia si fosse chiusa da tempo. Non si era stabilito in modo permanente a San Martino al Cimino ma solo in modo saltuario.
Quando sta lì ha solo un pensiero: riconquistare il cuore di Adriana B. senza troppa fortuna. Questo chiodo fisso l’ha portato pian piano a fare cose mai fatte. Pedinare, spiare, controllare ogni attimo della vita di Adriana.
Alla dottoressa Poli ha dichiarato di non aver mai conosciuto di persona Dario Angeletti ma di vederlo spesso, troppo spesso, in compagnia della ricercatrice.
Si è convinto del fatto che il docente tarquiniese fosse l’ostacolo tra lui e lei.
Un amore ossessivo. Una passione così forte da avergli fatto perdere la testa.
Ha raccontato anche nel dettaglio gli ultimi momenti vissuti prima di esplodere quel colpo di pistola. Arma del quale si è disfatto dopo essere scappato dal parcheggio delle Saline a Tarquinia Lido e che i carabinieri stanno ancora cercando.
La pistola non era sua. Non era tra quelle denunciate. Nel suo lungo racconto avrebbe dichiarato di averla trovata durante una delle sue numerosissime escursioni. In un posto lontano da Viterbo. Della sua intenzione di disfarsene per evitare di utilizzarla in modo inappropriato e di esserci riuscito solamente dopo aver esploso quel maledetto colpo di pistola.
Una ricostruzione in alcuni tratti poco convincente ma che l’ex tecnico dell’Università di Pavia, una volta rimesso in salute, cercherà di dimostrare.
Quel martedì, mentre spiava ogni movimento della donna ha incrociato Dario Angeletti, quello che riteneva essere il suo presunto rivale in amore.
Lo ha seguito, inseguito, fermato e gli ha sparato. Dario Angeletti è morto senza neanche sapere il perché. Una ricostruzione ancora più dolorosa anche per i famigliari e gli amici che sono stati privati di una persona generosa e disponibile come Dario. Il docente in servizio presso le Saline sapeva però di Cesaris e di questa sua ossessione per Adriana che si era confidata con lui.
I carabinieri adesso stanno cercando un gilet con molte tasche che Claudio Cesaris indossava al momento dell’omicidio. Cercano anche l’arma del delitto. Non ha dato precise indicazioni su dove ritrovarla. Probabilmente solo dopo aver esploso quel colpo di pistola deve essersi reso conto della gravità dell’atto compiuto. Nel frattempo il Tribunale ha confermato il fermo di Claudio Cesaris che nei prossimi giorni lascerà l’ospedale per essere trasferito presso la casa circondariale di Mammagialla.