La macchina del pensionato lombardo era già parcheggiata quando è arrivata l’auto con il docente viterbese. Un bug fa saltare una parte delle registrazione ma qualcosa non torna
TARQUINIA – Non c’è soltanto il mistero dei due colpi alla nuca, anziché uno, sparati dal tecnico universitario in pensione Claudio Cesaris a Dario Angeletti uccidendolo nel parcheggio e area sosta camper a Tarquinia Lido a due passi dall’Oasi Naturale delle Saline.
Il suo racconto non convince del tutto. Ha riferito di non aver mai conosciuto prima di martedì Dario Angeletti e di averlo incrociato quel giorno per caso. Al giudice ha raccontato che era uscito per un’escursione.
Appassionato di ornitologia, raggiungeva spesso quel luogo per fare delle fotografie, poi un improvviso malore legato al diabete, ha riferito Cesaris.
Un abbassamento glicemico. Per questo ha fermato l’auto di Angeletti, chiedendo aiuto. Il professore, che stava in pausa pranzo e si stava recando al negozio di alimentari più vicino per un panino, lo ha fatto salire. Cesaris ha riferito che parlando, il discorso è andato sulla collega di lavoro (la ricercatrice ndr). A quel punto ha tirato fuori la pistola – una calibro 6,35 non ancora ritrovata – e gli ha sparato.
Un racconto che appare teso a scacciare l’ipotesi della premeditazione ma che non convince. Secondo indiscrezioni i carabinieri starebbero cercando un’altra auto che era nella zona delle Saline al momento del delitto e che sarebbe stata ripresa dalle telecamere. Poi c’è da chiarire il rapporto tra il presunto assassino e la ricercatrice.
Adesso però emergono nuovi elementi ad oggi sconosciuti all’opinione pubblica e sui quali, probabilmente, gli inquirenti hanno già avuto risposte.
Opinione pubblica disorientata dall’inspiegabile silenzio degli inquirenti che, ad oggi, non hanno fornito alcun tipo di spiegazione.
Ci concentreremo solo di ciò che le telecamere hanno ripreso martedì scorso intorno alle 14.55 in quel parcheggio.
La macchina di Dario Angeletti è entrata dentro al parcheggio e lo ha percorso quasi tutto fino al palo della luce dove vicino c’è il parchimetro. Compie una manovra strana. Come avesse tirato il freno a mano o sterzato bruscamente e l’auto si ferma. Nella foto abbiamo indicato il mezzo di Angeletti con il colore rosso.
Il mezzo fermo, pochi attimi e un uomo appare mentre si avvicina al professore a piedi.
Le immagini sono riprese da lontano. Non sono nitidissime ma sufficientemente chiare per vedere che l’uomo ha aperto lo sportello lato passeggero.
Non sappiamo con esattezza se quello anteriore piuttosto che il posteriore. Quell’uomo, risultato poi essere per sua stessa ammissione Claudio Cesaris, non entra del tutto in auto ma soltanto in parte.
Mentre esce e chiudo lo sportello un bug fa scattare da quel frame all’immagine successiva che risulterà essere in ritardo di circa una trentina di secondi. Quando riappare l’immagine si scorge l’auto di Cesaris che lascia velocemente l’area di sosta camper e si dilegua in una strada di campagna.
Dunque, secondo questa ricostruzione, fatta da chi ha potuto visionare i filmati delle telecamere, non c’è stato nessun inseguimento.
Claudio Cesaris era già lì. Che motivo aveva Dario Angeletti di entrare in quel parcheggio semideserto e compiere quella manovra?
Era da solo? Ha visto qualcosa o qualcuno? C’erano altre persone dentro la sua auto o in quella di Cesaris? C’era qualcuno che lo stava aspettando e non era il pensionato lombardo? Perché indossava la mascherina di colore nero e sopra gli occhiali da sole? Che motivo aveva di indossare la mascherina se era in auto da solo, in una zona semideserta d’inverno? Di chi era quella macchina che gli inquirenti stanno cercando?
Anche la storia della ricercatrice comincia ad essere meno chiara nel rapporto sia con Cesaris che con Angeletti. Cosa ha raccontato al suo nuovo compagno di lavoro della sua storia ai tempi dell’Università di Pavia? Cosa ha raccontato invece al suo vecchio compagno del suo nuovo lavoro e della sua amicizia con Dario Angeletti?
Domani saranno esperite altre analisi alle vetture di entrambi, mentre la salma è stata messa a disposizione della famiglia che, a quanto pare, tumulerà il feretro direttamente al cimitero senza funerale.
Omicidio Angeletti – Sono due i fori nella testa del docente universitario ucciso a Tarquinia