Rifiuti – A Viterbo gli “scarti” dall’Abruzzo. Cosa c’è dietro?

Dall’impianto di Cerroni continuano a ripetere che l’immondizia che arriva dalla DECO è “soltanto” quella di Roma. Non è chiaro, però, perché si continui a privilegiare l’invio dei rifiuti fuori regione e quale rapporto ci sia in essere tra Ecologia Viterbo e Acea

VITERBO – E’ ormai certo che la DECO (sita in Abruzzo) conferisce presso la discarica di Viterbo gli “scarti” del post trattamento dei rifiuti.

Tutto questo in base a un contratto in essere, anche se non ancora chiaro se la stipula sia stata imposta dalla Regione Lazio o se sia frutto di un’autonoma intesa tra Ecologia Viterbo e ACEA Ambiente, cui appartiene la DECO.

Resta da chiarire, inoltre, come mai la regione Lazio continui a chiudere gli occhi su un sistema che privilegia l’invio dei rifiuti (per il trattamento) fuori regione, a costi maggiorati, e il successivo rientro a Viterbo per buttarli in discarica.

Con il conseguente continuo ignorare la delibera dell’Antitrust che il 30 novembre scorso aveva dichiarato testualmente che “l’utilizzo dell’impianto di RIDA da parte di AMA potrebbe non solo contribuire ad una pronta pulizia della città di Roma, ma anche generare una riduzione della TARI pagata dai cittadini del territorio”.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si era pronunciata dietro segnalazione della RIDA Ambiente di Aprilia che aveva riscontrato “resistenze” da parte dell’impianto di Cerroni nel conferimento dei rifiuti del post trattamento.

L’azienda di Aprilia ha vinto su tutti i fronti ma la situazione non sembra essere migliorata di molto. L’atteggiamento “non amichevole” sembra continuare (vedi anche le continue affermazioni sulle presunte “difformità” dello scarto di RIDA), a differenza di quanto avviene, ad esempio, proprio nel rapporto con la DECO.

Perché la regione Lazio non interviene?

Al momento della contrattualizzazione tra Ecologia Viterbo e DECO la società viterbese era a conoscenza delle pronunce giurisprudenziali cui la Regione Lazio doveva ottemperare?

ARPA Lazio ha verificato cosa è stato conferito nei mesi scorsi nell’impianto della Tuscia?

Ci risulta che a Viterbo sia stato portato lo scarto proveniente dagli impianti TM. Per Ecologia Viterbo un mero trattamento meccanico può risultare più adeguato di un trattamento biologico meccanico?

Insomma, la delibera dell’Antitrust sembra ormai soltanto un lontano ricordo. Roma continua ad essere sommersa di rifiuti e la gestione degli stessi è lasciata al capriccio di pochi. Con la regione Lazio che rimane (volontariamente?) a guardare.

Ma torniamo al rapporto DECO/Ecologia Viterbo. A DECO (impianto sito fuori dal territorio regionale, quindi non soggetto al regime della DGR 516/2008), è stata applicata la tariffa di accesso e non un “prezzo di libero mercato”.

Come abbiamo raccontato nelle settimane scorse ad altri impianti presenti nel territorio laziale (vedi RIDA Ambiente) è stato applicato un “prezzo di libero mercato” (di circa 200 euro/tonnellata).

Questi atteggiamenti, come abbiamo visto, non hanno messo RIDA nelle condizioni di stipulare accordi con AMA per risolvere l’emergenza rifiuti romana e la stessa AMA ha comunque ritenuto di rivolgersi ad impianti fuori regione.

Dove?

Proprio alla DECO che poi, con la tariffa di accesso, riporta gli scarti a Viterbo. E’ fuor di dubbio che queste scelte pesano sui cittadini laziali che certamente non hanno alcuna colpa delle iniziative dei privati, ispirate al perseguimento di interessi che non sono certamente pubblici.

E’ chiaro, ormai, uno scenario ben preciso. Il rapporto tra Ecologia Viterbo e DECO (Acea) non è un rapporto qualsiasi. E’ una relazione che sembra andare oltre il semplice conferimento degli scarti dell’impianto abruzzese nella discarica viterbese. E che guarda molto lontano.

In attesa della autorizzazione della discarica di Magliano Romano (di nuovo Acea al centro degli interessi) Cerroni detiene il monopolio delle discariche nel Lazio (di Albano ci occuperemo molto presto). Con Magliano in mano ad Acea si può arrivare ad un duopolio e, insieme, possono arrivare a decidere chi, nel Lazio, può (o non può) trattare rifiuti. Ed una volta raggiunto questo obiettivo, a Viterbo si può anche avere un altro finale…