Alle radici del male. La coltellata alla schiena del genero di Alfredo Pallone è figlia di una strategia che mira a far fuori la classe dirigente ciociara e laziale di Fratelli d’Italia. L’ex onorevole di NCD di Alfano con un pugno di mosche: zero consiglieri provinciali e non ha neanche tesserati nel partito. Nel 2018, Cirillo, intervistato dalla “splendida” giornalista Martina Ottaviani, sbeffeggiava Giorgia Meloni
FROSINONE – La guerra all’interno di Fratelli d’Italia in ciociaria è deflagrata con la nomina di Tagliaferri a coordinatore cittadino di Frosinone ma ha avuto il suo apice durante le scorse elezioni provinciali.
Alfredo Pallone, un tempo Deus ex machina di questo tipo di elezioni, pensava di dare una lezione al senatore Massimo Ruspandini.
Quest’ultimo ha scalato importanti posizioni nella politica provinciale (e non solo) dopo anni di vera gavetta. Senza avere la fortuna di essere genero o protetto di alcuno.
Pallone alle elezioni provinciali ha puntato tutto sul consigliere comunale Domenico Fagiolo, uscito dalla Lega dopo una serie di polemiche causate dai suoi stravaganti comportamenti avuti negli ultimi anni.
La dirigenza provinciale di Fratelli d’Italia che negli ultimi mesi aveva respinto l’adesione di Quadrini (poi andato alla Lega), ha invece deciso di puntare sui militanti della prima ora, gli uscenti Daniele Maura e Stefania Furtivo, oltre al consigliere di Anagni, Riccardo Ambrosetti.
Alfredo Pallone e Pasquale Cirillo, quindi, hanno avuto l’occasione ghiotta di piazzare il colpo puntando tutto su un unico candidato: Domenico “Mimmo” Fagiolo.
La lista, come si sa, l’ha messa su il senatore Ruspandini (anche in virtù della carica di coordinatore provinciale) che ha inserito, anche su indicazione dei consiglieri di Frosinone, il candidato caro al duo Pallone/Cirillo.
A dare una mano alla cordata Fagiolo (Pallone/Cirillo), stando ai bene informati, anche l’ex Presidente della Provincia, Antonello Iannarilli e il sindaco (leghista) di Frosinone, Nicola Ottaviani.
Quest’ultimo preferirebbe “parlare” con Pallone (con cui ha sempre avuto un ottimo rapporto), Fagiolo e Cirillo piuttosto che con uno “scomodo” (per lui) Ruspandini. Meglio continuare a giocare con i soliti schemi che con il nuovo che avanza, del resto…
Pallone aveva messo in piedi una gioiosa macchina da guerra. La “Giuventus de noantri”. Dalla sua dorata Fiuggi sono partite le sue telefonate non certo tenere verso Maura, Abbate, Ambrosetti, Caligiore, Del Brocco, Ambrosi, Tagliaferri, Roscia. Non solo, queste sue telefonate hanno superato i confini provinciali e sono arrivate anche al coordinatore regionale Paolo Trancassini, colpevole di aver difeso Tagliaferri dopo la defenestrazione coatta da parte del suo amico Ottaviani.
L’ex uomo di Angelino Alfano in ciociaria, avrebbe voluto risistemare “la politica al centro del villaggio” dimostrando a Roma che un uomo come lui, in Fratelli d’Italia, fa ancora la differenza…
Una cosa sono le parole, altra cosa i fatti.
Alle provinciali la Lega ha preso 3 consiglieri: Quadrini; uno in quota Ottaviani e uno in quota Abruzzese/Ciacciarelli.
Nel Pd si sono divisi la posta Francesco De Angelis e il Presidente della Provincia, Antonio Pompeo.
Fratelli d’Italia ha eletto due consiglieri provinciali. Entrambi molto vicini al senatore Ruspandini ed al suo gruppo storico. Pallone e Cirillo (nel passato di quest’ultimo c’è stata anche una frequentazione in Alternativa Popolare, dopo essere stato vicino al genero di un tempo, Mauro Vicano) zero tituli.
Sono stati eletti Daniele Maura e Riccardo Ambrosetti, persone che nella loro vita non hanno mai avuto rapporti con Cirillo. Persone che lo stesso Cirillo ha tentato di mettere in discussione dall’alto del suo assessorato frutto di un ripescaggio rocambolesco nella lista di Alternativa Popolare.
Il povero Fagiolo arriva soltanto terzo, appaiato all’altra consigliera, l’uscente Stefania Furtivo.
Ci raccontano, nel giorno dello spoglio, di un Pallone che ha inveito contro il mondo intero nei pressi del seggio elettorale. Grida da stadio di un tifoso impazzito per l’ennesimo palo colpito.
Dopo minacce e folli appelli al suo vecchio potere possiamo considerare questa tornata come la più sonora delle mazzate, una delle più pesanti batoste della sua ricca carriera.
Il problema, però, è che anche a Fagiolo non tornano i conti. Quest’ultimo, infatti, si è accorto presto che l’aiuto di Cirillo, Pallone e (forse) Iannarilli è stato minore alle attese… E che il risultato è, a ragione, soprattutto farina del suo sacco….
A questo punto la domanda sorge spontanea: dove sono gli amministratori che una volta facevano riferimento a Pallone?
Dove è finita la potenza di fuoco che Cirillo decanta a Roma a nome del suocero?
Dove sono finiti i voti per Fagiolo?
L’unico, forse, del gruppo ad essere lucido. Lui ha rinnovato la tessera di Fratelli d’Italia, Cirillo no.
Probabilmente il buon Cirillo non ha rinnovato la tessera perché considera Giorgia Meloni ignorante?
Così il rappresentante del gruppo che ha tentato l’OPA in Fratelli d’Italia, genero di un Pallone all’epoca “gonfio”, ha definito la leader romana nel 2018 in un’intervista rilasciata alla splendida, straordinaria, capace, integerrima ed inflessibile Martina Ottaviani: “Anche Fdl, è rimasta al palo, vuol dire che la retorica sul patriottismo ha fatto poca presa, come la ripetitività delle tematiche, le gaffe. E le manifeste dimostrazioni di ignoranza e incompetenza su argomenti come l’integrazione del leader Giorgia Meloni (secondo la quale l’arabo è una religione) non permettono di guadagnare consensi”. (questo l’articolo intero)