Bocciato l’ atto presentato dalla consigliera per istituire un tavolo tecnico regionale che offrisse alternative all’ allontanamento dalla propria famiglia
ROMA – “Mi sto occupando da tempo del tema dei diritti dei minori, un vaso di Pandora che se scoperchiato evidenzia vicende umane, a volte troppo difficili da sopportare, che vengono gestite da persone terze, sottraendo i bambini alle loro famiglie, anche in presenza di sole criticità economiche o di rapporti difficili da conciliare tra i genitori. Soprattutto in questi casi ritengo doveroso trovare soluzioni che abbiano, come ultima ed estrema possibilità, quella di strappare i piccoli dai loro affetti”
“Mi aspettavo quindi più sensibilità da parte della maggioranza allargata del consiglio regionale del Lazio nel votare favorevolmente un atto in cui chiedevo solamente di adoperarsi per far nascere un tavolo tecnico regionale, composto da esperti della materia, che potesse affiancare i soggetti competenti, nella valutazione di soluzioni alternative all’allontanamento del minore dalla propria realtà familiare. Anche a livello nazionale, con la creazione di una commissione apposita ed una proposta di legge presentata, si sta andando in questa direzione.
Oggi la maggioranza nel Lazio ha deciso invece che preferisce continuare a sostenere un sistema che lascia nelle mani dei soli assistenti sociali un potere decisionale che ritengo eccessivo e inaccettabile. Parliamo di mezzo milione di bambini attenzionati in tutta Italia, di cui 44000 inseriti dai servizi sociali nelle 5706 comunità di cui quasi 600 sono nella nostra regione. Considerando che ogni bambino può costare allo Stato anche 400 euro al giorno, siamo in presenza di un giro d’affari che supera abbondantemente il miliardo e mezzo di euro l’anno”.
“Speravo con questo ordine del giorno di sollecitare tutti i consiglieri a farsi carico della questione, ma la sua bocciatura altro non è che la cecità della politica che poi resta contrita quando avvengono casi come quello di Bibbiano. Io continuerò a fare la mia battaglia a partire da un bambino le cui vicende ho già iniziato a seguire da tempo, affinché qualsiasi minore non debba pagare sulla propria pelle l’indifferenza di quanti potrebbero aiutarli a rimanere ‘a casa loro’, vicino agli affetti, soprattutto in presenza di problematiche risolvibili con un aiuto economico o con un sostegno psicologico”