La proposta del deputato “fenomeno” Zan immediatamente raccolta dal braccio destro della Frontini, Alfonso Antoniozzi
VITERBO – Alloggi popolari? Scuole sicure? Strade aggiustate? Acqua meno “salata”? Imu, Tari e Tarsu più leggere? No, al momento il primo punto all’ordine del giorno di uno degli aspiranti amministratori della Città di Viterbo è il Lazio Pride.
La Città dei Papi e del primo Conclave presa d’assalto da variopinti soggetti tanto cari all’onorevole Zan. Semibudi con boa fucsia, mutandine (si fa per dire) leopardate, falli di gomma sbandierati come il tricolore.
C’abbiamo messo un po’ prima di scrivere qualcosa sull’argomento, stimolati soprattutto dalle dichiarazioni rilasciate dal braccio destro di Chiara Frontini, Alfonso Antoniozzi.
Lui, che per sua stessa ammissione ha vissuto la gioventù trasgressiva nei parchi e negli angoli bui della città ora vuole un mondo migliore. In una intervista ha dichiarato: “L’omofobia è come il razzismo. Fatta di paura del diverso e necessità di sentirsi più giusti rispetto agli altri”.
Tutti quelli che non la pensano come lui sono evidentemente omofobi e per questo Viterbo ha bisogno di “vitamine” di libertà. Nel programma elettorale di Chiara Frontini che si prepara per l’ennesima volta ad affrontare una campagna elettorale da sola, immaginiamo di trovare al primo punto o tra i primi, quanto dichiarato da Antoniozzi e cioè il Lazio Pride. La mancanza della sfilata dei carri allegorici di carnevale può essere tranquillamente sostituita da questo evento. Porterà tanto coloro ad una città così spenta. Morta!
Le mille sfaccettature di un Gay Pride: