Stop della Soprintendenza all’ampliamento del termocombustore di San Vittore. La Regione, però, andrà avanti per la sua strada. Ancora una volta una diversa interpretazione dei pareri a seconda di chi chiede l’autorizzazione
ROMA – Zingaretti sembra aver fatto i conti senza l’oste. Per lui (o almeno così gli fanno cdere) è già imminente la conclusione dell’iter autorizzativo per la quarta linea del termovalorizzatore di San Vittore, gestito da Acea Ambiente.
“E’ in conclusione la conferenza dei servizi per la quarta linea a San Vittore che servirà la città”, queste le parole dell’assessore di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi.
Il “calendiano” Carpano afferma (a che titolo?) che i lavori saranno conclusi nel 2025. Tutto questo per rendere, di nuovo, la provincia di Frosinone il “mondezzaro” di Roma.
Regione e Campidoglio, però, non hanno fatto i conti con il Ministero della Cultura che ha dato parere negativo all’ampliamento. Nel Lazio, però, quando si ha a che fare con i pareri succedono sempre cose strane.
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina, infatti, il 7 gennaio scorso ha espresso parere negativo all’ampliamento dell’impianto.
Nel documento inviato si legge, tra l’altro, che “ai fini della tutela paesaggistica, l’area d’intervento in relazione a porzione di viabilità esterna di progetto, interessante parte delle particelle 186 e 378 del foglio catastale n. 18 sono gravate da uso civico (demanio collettivo), per cui anche se non cartografate tali nel P.T.P.R. approvato, sono comunque sottoposte a tutela paesaggistica ai sensi e per gli effetti dell’art. 40 comma 2 delle N.T.A. del P.T.P.R. ed art. 142 c. 1 lettera h) del D.Lgs.42/’04 . Non risulta agli atti la conclusione del procedimento di mutamento d’uso temporaneo per le aree gravate da demanio collettivo, considerata la natura di pubblica utilità delle opere di progetto; ai fini della tutela archeologica, l’area interessata dai lavori di cui trattasi non risulta essere sottoposta a tutela con vincoli archeologici imposti con Decreto emesso da questo Ministero, né tantomeno gravata da vincoli archeologici di P.T.P.R. (PTPR Tav. 38_403 B), sebbene ricada esattamente sul punto 67 della carta archeologica del P.R.T. Cosilam (area frammenti fittili loc. Campocacchioli, IV a.C-III d.C.). Per cui la realizzazione di una qualsiasi opera pubblica o di pubblica utilità su terreni gravati da demanio collettivo, come per il caso in esame in relazione a porzione di viabilità di servizio, comporta la conclusione del procedimento del ‘mutamento d’uso temporaneo’ posto in capo alla Regione Lazio e a questa Amministrazione Statale”.
Nonostante il parere negativo della Soprintendenza, però, le amministrazioni regionale e capitolina vanno avanti spedite sull’ampliamento del termocombustore di San Vittore del Lazio.
A dimostrazione, ancora una volta, che i governi Zingaretti/Gualtieri sul tema dei rifiuti sono capaci di interpretare, pareri, vincoli ed altro a seconda di chi chiede l’autorizzazione dell’impianto o chi ha interessi sul sito.
Non è un segreto che il termovalorizzatore di San Vittore sia gestito da Acea. Come c’è Acea dietro la pressante richiesta di autorizzazione della discarica di Magliano Romano. E qui, nei giorni scorsi, la nostra redazione ha raccontato di un altro clamoroso colpo di scena, con un dirigente regionale capace di dare due pareri diversi sullo stesso sito.
Il dottor Vito Consoli nel dare delucidazioni sul suo orientamento espresso in occasione di una risposta scritta ad una interrogazione regionale, in cui affermava che “l’impianto in progetto deve essere considerato nuovo impianto in quanto riguarda la realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi, categoria progettuale distinta dalla discarica per rifiuti inerti” e nella stessa ha specificato che “tale distinzione è sancita dalla normativa di riferimento costituita dal D.Lgs 36/2003”, a ridosso di Natale, in un incontro con gli amministratori locali, si sarebbe rimangiato la parola.
Secondo lui l’orientamento espresso in precedenza doveva ritenersi superato. Per Consoli il progetto di riclassificazione, dunque, NON SAREBBE PIÙ UN NUOVO IMPIANTO.
Per la Regione Lazio governata da Zingaretti, quindi, si può trasformare in discarica di rifiuti urbani un sito di inerti.
Si può autorizzare l’ampliamento del termovalorizzatore di San Vittore nonostante il parere negativo della Soprintendenza e, notizia delle ultime ore, si può autorizzare l’ampliamento della discarica di Roccasecca nonostante il disastro ambientale provocato in quella parte di territorio della provincia di Frosinone.
Il cambio di passo del post Tosini sembra ancora lontano. A quasi un anno dall’uscita di scena dell’ex vicesindaco di Vetralla dalla Direzione di Rifiuti della regione Lazio siamo ancora di fronte ad una continuità gestionale imbarazzante. Con pareri negativi che diventano positivi anche quando sono negativi.
Come spiega il Governatore Zingaretti tutto ciò?
Come spiegano, inoltre, Zingaretti, l’assessore Massimiliano Valeriani e il Direttore Generale di Arpa Lazio, Marco Lupo, il conferimento di rifiuti non conformi provenienti dai TM all’interno della discarica di Viterbo (di proprietà di Cerroni)?
Anche in questo caso che interpretazione danno delle norme comunitarie e del Piano Rifiuti?
Tante risposte che la regione Lazio del post Tosini deve ancora dare. In attesa di “Aspettando Godot” Andrea Rafanelli.