“Scoperto” nel 1987 da Cossiga a Civitavecchia, da trent’ anni cucina per i Capi di Stato
ROMA – Il piatto preferito da Mattarella è di tradizione umbra. A rivelarlo in tv lo chef del Quirinale, il sardo Pietro Catzola, 62 anni, di cui 30 trascorsi nelle cucine della presidenza della Repubblica, ospite della trasmissione “Che succede?”, condotta dalla conterranea Geppi Cucciari.
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ormai giunto a fine mandato, «adora le zuppe, ma una gli piace in particolare ed è quella che gli prepariamo con la Roveja, piselli selvatici che prendiamo dalla zona del Trasimeno e da Spello», afferma lo chef, che ha iniziato la sua carriera al Quirinale nel lontano 1989, dopo anni passati in mare, con la sua grande passione, la Marina Militare, dove organizzava buffet importanti in giro per il mondo, tanto da diventare responsabile delle mense di bordo. Fino a quando nel 1987 a Civitavecchia preparò un buffet a bordo dell’Amerigo Vespucci, a cui partecipò anche il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. E anche in quell’occasione Catzola dedicò dei piatti alla Sardegna, questa volta però finito il buffet il Presidente Cossiga gli volle parlare. “Mi presentai, ero emozionatissimo. Il Presidente volle sapere la ragione delle pietanze sarde e gli risposi che ero orgogliosamente sardo, di Triei, ogliastrino, e che era mia prassi proporre anche la cucina e i prodotti di Sardegna ogni volta che potevo. Mi rispose che da lì ad un anno un cuoco della Presidenza sarebbe andato in pensione e che avrei potuto sostituirlo”. E così fu!
Nel 1989 venne chiamato al Palazzo presidenziale. Era il 29 novembre e le prime importanti pietanze da cucinare furono per la visita di Stato del presidente Gorbaciov con la moglie Raissa: colazione alla Sala delle Colonne a mezzogiorno e Gran Galà la sera, ai Saloni Imperiali. Lui, che ha portato la cucina sarda tra le mura del Palazzo presidenziale “da quando è arrivato Cossiga nel magazzino non sono più mancati i prodotti della mia terra d’origine”.
Da allora sono passati 32 anni: e Pietro ha servito ben 5 Presidenti.
“Il più esigente?” chiede la Cucciari “La signorina Scalfaro la figlia del presidente, Marianna Scalfaro, alla fine conquistai la sua fiducia e l’unica cosa che mi diceva era, “fantasia, Catzola, devi avere fantasia”.
“Sempre lei volle l’orto a Castelporziano con tante varietà ortofrutticole ed erbacee e un giorno mi chiese di realizzare un piatto con tutte le erbe, preparai un risotto. Con la signora Ciampi, che cucinava molto bene, imparai a stendere col mattarello le tagliatelle emiliane”.
Lui che ha cucinato per tutto il mondo ha un solo rammarico «mi manca solo il Santo Padre, a lui cucinerei la mia fregola “Sa Fregula cun Cocciula”, quella in bianco con le arselle».
“Se dovesse associare un piatto ad ogni presidente?”… incalza la conduttrice,
“Cossiga amava i fritti, panatina e verdure croccanti, Scalfaro un bel piatto di spaghetti, Napolitano oltre la pasta al pesto, “il cardone”, una zuppa con cardi, luganega, mozzarella e parmigiano cotta in brodo di cappone e per Mattarella la zuppe di legumi selvatici”.
Quella di Roveja, legume antico, dal 2006 riconosciuto come presidio Slow Food dell’Umbria, ma dimenticato per secoli. In tempi antichi coltivata su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, dall’Altopiano di Colfiorito al Gran Sasso passando per Cascia e Castelluccio, e soprattutto sulle alte cime dei Monti Sibillini.
Poi abbandonata nel dopoguerra per la modalità di coltivazione faticosa, impegnativa e poco redditizia.
In vista di coltivazioni più remunerative, complice anche lo spopolamento progressivo delle aree montane. Seme perduto che, negli anni novanta del novecento, un gruppo di donne di Civita di Cascia in Valnerina ha deciso di recuperare e che ora è tornato a essere coltivato, e a comparire in diversi menù umbri. E mentre fervono i preparativi e si moltiplicano gli incontri politici per la vicinissima e cruciale elezione del prossimo presidente della Repubblica lo storico chef quirinalizio ha un momento di commozione al pensiero di non vedere più Sergio Mattarella.
“Mi mancherà il suo sorriso, tutti i giorni quando saliva dallo studio ci chiedeva come stavamo e come stavano le nostre famiglie. Mi rimarrà nel cuore la sua eleganza nel porsi sempre con cortesia. Mi mancherà tantissimo”.
Benedetta Ferrari