ROMA – «È giusto, ma insieme inquietante – spiega Vittorio Sgarbi – che Berlusconi tratti direttamente, non sentendosi rappresentato da Salvini che pure la coalizione aveva delegato a negoziare mediando tra i veti. Posso capirlo, perché i suoi seguaci non hanno fatto altro che ostacolare i tentativi di Salvini, sollevando continue variazioni e obiezioni, e moltiplicando le difficoltà.
A questo punto Forza Italia, trattando da sola, non esce dalla maggioranza che sostiene Draghi, ma dalla coalizione che non lo vuole.
Ne consegue che, non intendendo uscire dal Governo, Berlusconi sospenda il sostegno, annunciato da Tajani e dalla senatrice Ronzulli, a Casini, esponente del PD, che sembra gradito al partito cui appartiene, perché ha abiurato i principi del centrodestra, come la Lorenzin e Follini (già ministri di Berlusconi), e si è “pentito” e “convertito” alla sinistra».
Aggiunge Sgarbi: «Mi auguro che Berlusconi, trattando personalmente per Forza Italia, ne difenda la storia, senza affidarsi a “pentiti”, e faccia convergere anche Salvini sul nome di Mario Draghi, mettendo in difficolta la sinistra e lasciando che sia Letta a dire no a Draghi. In ogni caso la sua decisione, che apparentemente sembra dividere il campo del centrodestra, potrebbe portare a una soluzione condivisa. Aggiungo che in queste condizioni sarebbero sufficienti i voti di Forza Italia per eleggere Mattarella, il cui nome ha fin qui subìto il veto della coalizione di centro destra»