Luisa Ciambella si sospende dal Pd. Questa lettera inviata al segretario nazionale, Enrico Letta, e per conoscenza al segretario provinciale, Emanuela Benedetti
VITERBO – Con una lunga lettera ai vertici del partito motiva la sua decisione: Caro Segretario, Ti comunico che ho deciso di sospendere la mia iscrizione dal Partito Democratico e conseguentemente dall’assemblea nazionale di cui sono membro.
Una sospensione dolorosa ma che non posso più evitare perché devo assolutamente scindere il mio impegno politico e sociale dalle scelte del PD della città e della provincia di Viterbo.
Il mio impegno proviene dalla storia del popolarismo e del cattolicesimo democratico tuttavia mi sentivo una nativa PD, un impegno a servizio e per il bene comune. Mi sono sempre battuta sui temi concreti della mia terra che in questi anni è stata, a mio avviso, danneggiata dalle scelte degli ultimi anni.
Dal diritto alla salute, al rispetto della meritocrazia, dal diritto all’acqua pubblica e a una gestione trasparente della stessa, dal rispetto per l’ambiente, a una pianificazione degli impianti delle energie rinnovabili che invece nella nostra provincia vede un proliferare selvaggio con grave impatto sull’agricoltura e sul paesaggio. Un caso nazionale al pari della Sicilia, con una sola differenza, noi siamo una provincia di 350.000 abitanti e non una regione. Tutto questo avviene ignorando la nostra storia e il nostro patrimonio archeologico, come evidenziato più volte dalla Soprintendenza e quindi dallo stesso MiBact.
Per non parlare infine della politica sui rifiuti che ci ha portato ad essere il centro dei bisogni di tutta la Regione trasformandoci nella “pattumiera del Lazio”, oggetto di richieste per piattaforme di rifiuti pericolosi e non, così come di plurime richieste per l’ubicazione di bio-digestori che per capacità potrebbero rispondere alle necessità dell’intero centro- Italia.
In questi ultimi anni il partito locale si è rivelato sempre più autoreferenziale, distante da i reali bisogni dei cittadini e del territorio, sempre più chiuso all’interno di un pensiero unico e di un consociativismo trasversale. Un partito sempre meno attento alla pluralità di pensiero e di proposta, diversamente dal modello di ”inclusione, persuasione e condivisione” che sosteneva Aldo Moro a cui mi sono sempre ispirata.
Un atteggiamento che si è palesato alle elezioni provinciali con il sostegno a presidente della provincia di un esponente di primo piano di Forza Italia, una scelta che ha generato una distanza abissale dalle scelte congressuali prese a livello nazionale, regionale, locale e dal comune sentire dei nostri elettori. Il partito Democratico che ho contribuito a fondare nella mia provincia, nella sua carta dei valori e nel suo codice etico, persegue la stella polare del bene comune. Per questi motivi ho rinunciato già nell’ottobre 2020 al mio incarico di capogruppo in consiglio comunale, dopo aver traghettato nella mia città il nostro elettorato verso una possibile riconferma della prima amministrazione di centro sinistra dai primi anni ’90, in una città che storicamente affonda le sue radici in una cultura moderata.
Un tentativo che si è scontrato con una linea politica volta prevalentemente alla ricerca della gestione del potere che impedì, come dimostrano i dati elettorali, che si arrivasse al ballottaggio contro un candidato sindaco di centro destra debolissimo.
Questo Sindaco debolissimo ha chiuso il suo mandato prematuramente perché insieme alla sua ex maggioranza, e ad altri pezzi della minoranza civica, abbiamo firmato perché questa esperienza, ritenuta da tutti non utile per la città, potesse concludersi. Ebbene solo la sottoscritta ha provveduto a firmare le dimissioni, tutti gli altri consiglieri del PD non lo hanno fatto, dimostrando un condizionamento frutto dell’accordo che era stato stretto dal PD e Forza Italia per le elezioni provinciali poco tempo prima.
La politica è servizio, è occuparsi dei problemi reali dei cittadini e dei territori non altro. Davanti ad una evoluzione così mortificante per quello che ritenevo fosse il mio partito non posso che scindere il mio servizio alla comunità della Tuscia da quello del PD Viterbese e Provinciale. Mi spiace profondamente assumere questa scelta ma dopo anni di un percorso di scarsa o assente condivisione, possibilità di coinvolgimento o chiarimento, credo che questa sia la scelta migliore anzi, una scelta obbligata anche per evitare polemiche inutili che non fanno che allontanare i cittadini dalla politica e dalla cosa pubblica.
Il campo largo che stai costruendo dovrebbe prevedere innanzitutto la capacità di far sentire a casa chi proviene da culture plurali e diverse, se non ci si sente più a casa propria, non si condividono le scelte politiche e sulle alleanze, ma soprattutto non si approvano le scelte progettuali e programmatiche per i territori, allora non resta che fare una scelta di coerenza e trasparenza per me stessa ma anche per tutte le persone che mi hanno sostenuto in questi anni.
Un caro augurio di buon lavoro a te, caro Segretario, e a tutta la comunità del Partito Democratico.
Luisa Ciambella