Problemi in entrambi gli schieramenti; mentre nel centrosinistra si cerca di aggregare, nel centrodestra perdono pezzi. Il sindaco uscente sta trasformando le primarie di coalizione in primarie personali (con tanto di “resa dei conti”) per far emergere il delfino Riccardo Mastrangeli
FROSINONE – Primarie sì, primarie no. Il dubbio amletico assale coalizioni e schieramenti civici che si contenderanno la poltrona di sindaco nel comune di Frosinone in palio a primavera inoltrata.
Il punto di partenza (e probabilmente di arrivo) però, sembra essere molto diverso. Nel centrosinistra non mancano i problemi ma la leadership di Francesco De Angelis, riconosciuta dalla quasi totalità dell’intero schieramento, permetterà una semplice e veloce soluzione.
Quella leadership che il sindaco Ottaviani cerca da mesi all’interno dello schieramento di centrodestra ma che, purtroppo per lui, non ha.
Mauro Vicano, con il suo profilo civico, è riuscito (almeno per il momento) a far confluire su di se gran parte degli esponenti portatori di voti del centrosinistra.
L’unico dubbio poteva riguardare la convergenza del più grande partito d’area, il Partito Democratico, ma la mai nascosta volontà di Francesco De Angelis sulla candidatura di Vicano non lascia spazio a dubbi e fughe in avanti di chicchessia. A conferma del fatto che il PD guarda con favore questa candidatura, è arrivata in settimana la convergenza sul nome di Vicano anche di Angelo Pizzutelli, capogruppo dei Dem nel comune capoluogo e molto vicino proprio a De Angelis. Con lui anche l’ex sindaco Domenico Marzi e il candidato sindaco nelle scorse comunali, Fabrizio Cristofari.
Anche il centrosinistra targato Vicano perderà qualche pezzo. Ma chi conosce bene l’elettorato della città di Frosinone sa che qualche “prefisso telefonico” può anche essere lasciato per strada.
A cominciare dal Movimento 5 Stelle che nelle amministrative ha sempre avuto numeri irrisori.
Unica perdita di rilevo può essere il partito socialista di Gianfranco Schietroma che in ciociaria ha da sempre ottenuto percentuali importanti. Anche qui non è detta l’ultima parola; i socialisti sanno bene quando fare alleanze (soprattutto a sinistra).
Nel centrodestra, invece, va avanti il “progetto primarie” del sindaco Nicola Ottaviani (dopo dieci anni di beneficenze varie oggi ha più tempo per la politica) formato Zelig.
Strumento che rappresenta, senza dubbio, un punto altissimo di democrazia. A patto, però, che si tenti il più possibile di aggregare e non dividere come invece sta facendo qualcuno.
Negli ultimi mesi, però, nella coalizione di centrodestra sembra di vivere una continua “resa dei conti”.
Innanzitutto, ci sono alcuni pezzi importanti della maggioranza che in questi anni ha sostenuto Ottaviani ormai schierati con Mauro Vicano. Per cominciare, la lista che fa capo a Carlo Gagliardi e Carmine Tucci. Soprattutto, il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli.
Questa non è una sorpresa, visto che da almeno due anni una parte di maggioranza chiede ad Ottaviani una verifica di maggioranza senza avere risposte. La verifica puntava a chiedere una volta per tutte al Polo Civico da che parte intendeva stare, visto che governava con il centrodestra al comune di Frosinone ma nello stesso momento flirtava con il centrosinistra in prospettiva amministrative 2022. Con tanto di “contentino” da parte di Zingaretti arrivato a gennaio 2021 con la nomina all’Asp di Frosinone proprio di Gianfranco Pizzutelli che ha portato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla regione Lazio, Fabrizio Ghera, a presentare una dettagliata e pesantissima interrogazione. Atto che, a distanza di un anno abbondante dalla sua presentazione, è ancora senza risposta.
Nei giorni scorsi, comunque, il centrodestra ha approvato il regolamento delle primarie sottoscritto dalla Lega di Ottaviani, Forza Italia, Cambiamo, UDC, Lista Ottaviani e altre civiche.
A parte i movimenti civici che comunque fanno riferimento al sindaco uscente, l’unico partito di centrodestra convinto al 100% nella firma del documento è la Lega. Vero che Forza Italia ha sottoscritto il regolamento ma sembrerebbe ci siano perplessità anche da parte del coordinatore regionale azzurro, Claudio Fazzone. Secondo lui, infatti, le primarie si sarebbero dovute svolgere prima e augura comunque una partecipazione di tutti e non soltanto di alcuni.
Non è sfuggita l’assenza del big di Forza Italia nel capoluogo, Adriano Piacentini, proprio nella riunione che si è tenuta per la definizione del regolamento alle primarie del centrodestra.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, la frattura tra le posizioni del sindaco Ottaviani (non solo sulle primarie, ma soprattutto sugli equilibri della maggioranza) e quella di Fratelli d’Italia.
Per Fratelli d’Italia intendiamo il Partito, quello vero, quello che esprime un coordinatore regionale, Paolo Trancassini, un coordinatore provinciale, Massimo Ruspandini e il coordinatore comunale, Fabio Tagliaferri. A meno che il sindaco Ottaviani abbia intenzione di considerare come delegazione politica di Fratelli d’Italia, (con tutto il rispetto dovuto) Domenico “Mimmo” Fagiolo. Che ha già sottoscritto il documento. Lo stesso Fagiolo che, recentemente, non ha mancato di spedire “bordate” ai vertici di quello che dovrebbe essere il suo partito, accusandoli di essere quelli del 3%. Su una cosa ha ragione Fagiolo?
Alle scorse amministrative la lista di FdI si è fermata ad una percentuale vicina al 3% ed ha eletto un solo consigliere. Altri tempi, e non sfuggirà sia a Fagiolo che alla Lega, in cui ha militato per anni che, nel 2017, non presentò neanche la lista.
Negli anni i partiti crescono o spariscono ed è evidente come Fratelli d’Italia non sia più il partito da percentuali vicine al 3%. Ha una struttura piramidale che il recente intervento del numero due del partito, Francesco Lollobrigida, ha ribadito: carta bianca a Trancassini e Ruspandini.
D’altronde Fagiolo deve ancora ambientarsi all’interno del partito di Giorgia Meloni visto che deve la sua elezione (mancata nel 2017 ma resa possibile dopo rinunce e/o dimissioni) al buon cuore di quel bravo ragazzo di Samuel Battaglini che, il giorno dopo le amministrative del 2017, ha ricevuto il benservito dall’attuale consigliere comunale.
A vedere come sono andate successivamente le cose e a quello che è successo al consigliere comunale di Alatri, Gianluca Borrelli, Battaglini si può ritenere fortunato.
Molti pensano che il favorito alle primarie sia l’assessore Riccardo Mastrangeli che, giova ricordare, l’ultima volta che si è misurato con l’elettorato è stato sonoramente bocciato nella sua Ferentino. Sconfitto al primo turno da Piergianni Fiorletta negli anni in cui Berlusconi era Presidente del Consiglio, Storace Presidente della regione e il centrodestra molto più di una coalizione.
Le primarie sono un vero strumento di democrazia se riescono ad aggregare tutti e tutti ne condividono le regole. W le primarie.