Aveva tentato di acquisire il club gialloblu da Camilli ma non rispettò i patti. La disputa finì in tribunale che diede ragione al Comandante
VITERBO – La Viterbese Calcio è ad un passo dal baratro della retrocessione e i tifosi sono molto preoccupati che possano rivivere episodi nefasti già vissuti in un recente passato.
Ad alimentare le preoccupazioni del popolo gialloblu la presenza in tribuna, nelle ultime due gare casalinghe, dell’avvocato Luca Tilia (nella foto).
Personaggio folcloristico nel mondo della Lega Pro aveva tentato, nel 2017, di acquisire la società di via della Palazzina rilevandola da Piero Camilli.
Si presentò con una cordata romana pronta ad investire nella squadra e nella società che, in quel momento, godeva di ottima salute. Patron Camilli era stufo delle solite prese in giro dei politici di turno e di quelli che avevano promesso di aiutarlo nel difficile percorso di sanare la società e riportarla ad avere un ruolo importante nel campionato di Serie C. Cosa riuscita aggiungiamo noi.
Tutti sanno come andò a finire. Camilli avrà pure un caratteraccio ma, alla fine, i campionati li ha vinti ed ha portato nella bacheca dei trofei della Viterbese Calcio anche una splendida Coppa Italia vinta in una finale storica e avvincente contro il Monza di Berlusconi.
Camilli, che non è uno sprovveduto, accettò di cedere la società ma a determinate condizioni.
La cordata romana rappresentata da Tilia, in effetti, si presentò con i soldi chiesti per la cessione delle quote societarie ma non rispettò tutti gli altri passaggi previsti sul contratto.
Dalla sostituzione della fideiussione bancaria ad altri impegni economici che Camilli riteneva improcrastinabili e fondamentali per il passaggio di mano.
Quegli impegni furono disattesi e il Comandante si riprese tutto. Caparra inclusa.
Tilia iniziò una battaglia legale per far valere le proprie ragioni ma, come la storia racconta, il Tribunale di Roma diede ragione proprio a Camilli respingendo in toto le contestazioni mosse dalla cordata romana che furono smontate punto dopo punto dagli avvocati della società Angelo Di Silvio e Enrico Valentini.
Tilia ha girovagato un po’ per tutta l’Italia del Sud in cerca di fortuna con le squadre di calcio ma, per un motivo o per l’altro, la sorte non l’ha mai assistito e le squadre da lui avvicinate hanno fatto quasi sempre una brutta fine.
Il presidente Arturo Romano ha invitato Tilia allo stadio qualche settimana fa per assistere ad un incontro casalingo. Poi, domenica scorsa, nuovamente avvistato in tribuna centrale. Vederlo due volte di seguito a Viterbo fa pensare a qualche suo interessamento. Speriamo di sbagliarci ovviamente.
Visto che il presidente Arturo Romano ha una fiorente società di sanificazione che lavora molto gli suggeriamo di fare una disinfestazione ancora più profonda. Aggiungiamo noi che ha l’obbligo morale di salvare la squadra e pensare ad un futuro lontano da Viterbo. Occorre ricordare che l’attuale presidente, nel tentativo di rinforzare l’organico della squadra, si è impegnato con contratti triennali molto pesanti. Impegni economici non adeguati alla classifica di questo campionato e pesanti per le prossime stagioni.