Falci: “In onore di mia madre, la dottoressa Luigia, perché non venga dimenticato quanto ha fatto per la sua comunità”
VITERBO – La Farmacia Blasi di Bagnaia ha istituito la “Borsa di Studio Dott.ssa Luigia Blasi”, in memoria della titolare dell’omonima farmacia recentemente scomparsa, che per 57 anni ha garantito l’assistenza farmaceutica alla comunità con passione e dedizione.
Di durata decennale, vedrà annualmente l’importo di 1.600 euro suddiviso in 4 premi per i 4 studenti più meritevoli della Scuola Media “Tommaso Ghinucci” di Bagnaia.
Il premio non sarà liquidato in denaro, ma verranno acquistati libri, quaderni e altro materiale didattico, necessari per il primo anno di scuola superiore fino all’importo massimo di quattrocento euro ciascuno. La prima Borsa di studio verrà erogata al termine dell’anno scolastico 2021/2022.
La commissione che aggiudicherà i premi, a giudizio inappellabile, sarà decisa dalla dirigente responsabile della suddetta scuola.
“Io e mio fratello Danilo abbiamo deciso di istituire questa borsa di studio in onore di mia madre, a favore dei migliori quattro studenti della scuola media, perché lei per 57 anni ha svolto una funzione non solo professionale, ma anche sociale per la comunità locale e volevamo che fosse ricordata anche dalle future generazioni” sono i fratelli Attilio e Danilo Falci, figli della farmacista Luigia Blasi a parlare, e sono loro oggi a proseguire l’attività presente dal 1939, dove la madre ha iniziato a lavorare nel lontano 1964, giovane laureata.
E i bagnaioli alla dottoressa Luigia si rivolgevano per qualsiasi tipo di problema, non solo per acquistare medicine: “aveva una risposta buona per chiunque si presentasse a lei, conosceva tutti per nome, e per ognuno cercava di trovare una soluzione. Per tutti era la “signora Gina o Ginetta” e non la dottoressa, proprio per la vicinanza che dimostrava. Con la sua morte è venuta a mancare la confidente e la consigliera di tante famiglie del posto”.
Sempre disponibile e discreta, dalla fervida intelligenza mai inquieta, con pacatezza e riflessione ha sostenuto quanti la cercavano, divenuta, come spesso accade nelle piccole comunità, figura di riferimento a cui rivolgersi per qualsiasi questione, punto cardine della piccola società in cui viveva, che i figli non vogliono venga dimenticata.
“Un ringraziamento particolare all’avvocato Giovanni Labate per aver stilato il regolamento ed essersi occupato della parte legale e alle professoresse Claudia Prosperoni e Patrizia Morelli, per aver supportato con entusiasmo l’iniziativa”, concludono.