Era il sindaco (Amatrice) più amato d’Italia di quel centrodestra che fece perdere alle ultime consultazioni regionali
ROMA – Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice e consigliere regionale del Lazio lascia Fratelli d’Italia per approdare alla Lega Lazio di Salvini.
Non più un’indiscrezione (anche se manca l’ufficialità) ma una certezza visto che ha già partecipato a diversi incontri con i vertici del partito.
L’ex primo cittadino del comune distrutto dal terremoto del 2016, aveva commentato così commentato: “Ho dato le dimissioni il 1 marzo dal ruolo di responsabile nazionale del dipartimento nazionale emergenze e prevenzioni grandi rischi di FdI. Per ora ancora non ho lasciato il gruppo ma se uscirò lo farò in controtendenza e farò una scelta totalmente diversa. Per me la politica sono i temi. Se troverò qualcuno che sposerà le mie battaglie e le firmerà con il sangue io ci sto. Quella è la mia missione“.
In realtà di politica ne mastica poca e lo slogan di quando era il leader del movimento “Lo Scarpone”: “non perdo mai o vinco o imparo!” sembra un motto buttato lì tanto per dire perché continua a perdere facendo gli stessi errori non correggendosi.
Dopo aver fatto vincere le elezioni regionali a Nicola Zingaretti relegando il centrodestra all’ennesima e disastrosa opposizione oggi torna nel partito che tanto lo avrebbe voluto con sé in quel preciso momento storico.
Non ha saputo sfruttare il grande momento di notorietà che aveva ottenuto da sindaco di Amatrice, suo malgrado, quando i leader del mondo andarono a visitare il paese distrutto dal terribile terremoto.
Chiamava i presidenti per nome. “Barack” (Obama), “Angela” (Merkel), “Matteo” (Renzi e Salvini) e così via. Piaceva il suo modo di interpretare la politica. La sua grande passione per il calcio, molto più bravo da allenatore che da politico, lo ha probabilmente portato ad interpretare il suo concetto di “squadra” in modo errato tanto da essere paragonato ad uno degli allenatori della Nazionale più perdente di sempre e cioè Gian Piero Fortuna.
Ecco, nella politica serve anche “fortuna”. Dove è andato ha portato esattamente l’opposto di quella parola. Evidentemente nella Lega si sono attrezzati con aglio e ferri di cavallo.