CIVITAVECCHIA – Quale sarà il futuro dell’automotive a Civitavecchia? Quando si affacciò per la prima volta nello scalo, poteva e doveva essere un settore trainante per il porto. Oggi invece, dopo i primi anni di grandi numeri, la chiusura di due piazzali per la movimentazione e lo stoccaggio di auto da parte di Automar dimostra come il settore sia in discesa.
Da circa due anni, infatti, è chiuso ed inutilizzato il T3, mentre da ieri è ufficialmente senza auto anche il T2. Si tratta dei due piazzali che la società – composta da quattro soci, tra cui il Gruppo Grimaldi – ha in locazione dall’Autorità di sistema portuale nel retroporto, di proprietà quindi di Molo Vespucci. Ma gli attuali volumi di traffico, a quanto pare, non consentirebbero di mantenere attive le aree, con il traffico rimasto che è stato dirottato al T4, area privata, dell’ex gruppo Elia, oggi piazzale Sud. La chiusura dei due piazzali in locazione da un lato rappresenta la sconfitta del settore, una scommessa che non è stata vinta dal porto, nonostante la potenzialità naturale dello scalo, al centro dell’Italia. Dall’altro invece porta con sè un problema occupazionale. In particolare per la Cilp, società che tra l’altro, solo qualche settimana fa, si è vista costretta a ricorrere alla solidarietà per un anno per i 76 lavoratori. E oggi il futuro è ancora più incerto.
«Un colpo mortale – ha spiegato il presidente di Cilp Enrico Luciani – mi auguro si faccia chiarezza su prospettive, strategie e piani industriali di Automar. Quelle aree, dove sono stati spesi soldi pubblici, vanno rese produttive». Cilp era arrivata ad impiegare dalle 16 alle 25 persone a piazzali pieni nei servizi legati all’automotive. Recentemente ha dovuto fare i conti con dei problemi legati alle tariffe, oggi invece si vede tagliata fuori totalmente. «Al T4 il servizio lo svolge una società di Salerno – ha infatti confermato Luciani – dove impieghiamo oggi i nostri lavoratori? Nel porto c’è l’eco. Oggi siamo di fronte ad una perdita totale. Eppure – ha concluso il presidente Cilp – Civitavecchia poteva essere un hub fondamentale per l’automotive».