VITERBO – I carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dalla Procura della Repubblica di Viterbo, nel mese di aprile dello scorso anno, davano esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nei confronti di cinque persone (tre sottoposti alla custodia cautelare in carcere ed i restanti due agli arresti domiciliari) perché gravemente indiziati dei delitti di usura ed estorsioni posti in essere nei confronti di una coppia del capoluogo.
L’attività investigativa, anche dopo l’esecuzione della misura restrittiva, proseguiva sia per consolidare il quadro probatorio sia per individuare e sottrare ai presunti autori del reato i proventi illeciti del reato ovvero l’accumulazione illecita di ricchezze proveniente anche da pregresse attività delittuose.
In tale ambito operativo, militari specializzati del Comando Provinciale CC di Viterbo, su delega della Procura della Repubblica di Viterbo, svolgevano una complessa indagine patrimoniale sul conto di alcuni degli indagati. Da detta attività sono derivati recentemente due provvedimenti di sequestro: uno che ha riguardato i beni mobili di uno degli imputati, l’altro, che ha riguardato i beni riconducibili, anche per interposta persona, al medesimo imputato. Il provvedimento è stato adottato anticipatamente in attesa di una prossima udienza per discutere della pericolosità sociale del destinatario del provvedimento e conseguentemente dell’applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione personale (sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno) e patrimoniale (ossia la conferma del sequestro finalizzato alla confisca).
Entrambi i provvedimenti ablativi hanno avuto ad oggetto due autovetture utilitarie, una moto di grossa cilindrata ed una terza autovettura di un prestigioso marchio, per un valore complessivo di diverse decine di migliaia di euro.
Nelle more della definizione del procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione, il Tribunale di Roma ha disposto l’affidamento temporaneo delle tre autovetture ad una Forza di Polizia e ad un’azienda pubblica di servizi alla persona, con possibilità di utilizzo per finalità istituzionali.