Viterbo – Elezioni, Federighi (Fd’I): “In corso tecniche di distrazione di massa”

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: In tempi recenti il dibattito pubblico italiano si è estremizzato, limitandosi a distinguere i buoni dai cattivi, annoverando questi ultimi tra tutti coloro che esprimevano anche semplici perplessità sull’informazione priva di contraddittorio reale.

Nell’ultimo biennio la gestione dell’epidemia è stata presentata come un grande successo italiano, addirittura ascritta come modello di riferimento per altri Paesi.

La realtà, invece, ci dimostra che le misure adottate hanno scarsamente inciso sulla circolazione del virus e sui suoi effetti, poiché le epidemie seguono perlopiù modelli matematici che poco risentono dei provvedimenti esterni. Effetti distruttivi, di contro, questi provvedimenti li hanno avuti sul mantenimento dei livelli di democrazia, gravemente affievoliti, sulla situazione economica, ormai prossima alla devastazione e sui rapporti sociali, sostanzialmente compromessi (vedi le percentuali di suicidi, lesioni personali, malattie mentali, consumi di psicofarmaci).

Recenti ricerche ci mettono in guardia sul fatto che i farmaci genici sperimentali hanno residuale utilità sul trattamento dell’infezione, anche a dosi multiple, mentre sono sempre più evidenti i gravi effetti collaterali che provocano. Se qualcuno nutre dubbi, si legga le dichiarazioni dell’amministratore della Pfizer (che, nel frattempo, per mitigare i guai legali in arrivo, nonostante la pretesa immunità, sta cambiando nome e ragione sociale), il quale ha ammesso la natura sperimentale dei loro prodotti, la sostanziale inefficacia e l’evidente pericolosità, promettendo in futuro di “fare farmaci più sicuri”.

Infine, la Procura della Repubblica di Roma, avocando le iniziative simili di molteplici altri uffici giudiziari, sta procedendo nei confronti di coloro che hanno gestito l’epidemia per reati gravissimi, quali sequestro di persona, strage, lesioni personali, procurato allarme, ecc.
Qualcuno potrebbe domandarsi le ragioni di tali ingiustificabili comportamenti.

La risposta sta nel profitto che essi hanno generato, ovvero un colossale trasferimento di denaro pubblico a soggetti privati (per l’acquisto di farmaci, mascherine, tamponi e vari altri presidi sanitari), ritornato in parte sotto forme di sostegno alla propaganda e utilità varie. Infine, questa situazione di emergenza permanente (inammissibile nella nostra Costituzione) ha favorito l’accettazione di provvedimenti che, in condizioni normali, i cittadini non avrebbero tollerato e una nuova normalità in campo economico, giuridico e sociale. In una parola, la realizzazione delle follie globaliste.

Poiché lo sfruttamento della supposta emergenza sanitaria cominciava a non produrre i risultati sperati e i cittadini iniziavano a rendersi conto del disastro senza precedenti in cui erano stati fatti precipitare, dal cilindro dei moderni burattinai è stata estratta e strumentalizzata la provvidenziale guerra in Ucraina a giustificazione dei costi crescenti dell’energia, delle materie prime e degli alimenti.

Ovviamente sembra un parallelismo azzardato, ma premesso che mandanti (la finanza mondiale controlla sia Big Pharma, sia le industrie degli armamenti ed entrambe, per vendere soluzioni, hanno necessità di creare un problema), modalità (promuovere una situazione emergenziale e un nemico da combattere, demonizzandolo) e scopi (generare enormi profitti e distogliere l’opinione pubblica dai reali problemi), sono evidentemente gli stessi, occorre fare una precisazione fondamentale. Nella gestione epidemica il pericolo era il genocidio dei cittadini e il cambiamento delle condizioni di vita dei superstiti, nel secondo caso, provocando una prevedibile escalation bellica, rischiamo l’estinzione stessa dell’umanità, così come la conosciamo. Chiunque abbia dubbi sulla correlazione proposta, può esaminare i profitti e il valore di mercato delle industrie farmaceutiche e belliche nell’ultimo biennio, accorgendosi dell’arricchimento esponenziale che esse hanno prodotto a favore dei loro comuni padroni, sempre gli stessi, e, a scalare, dei loro numerosi servi sciocchi.

Nell’analisi del conflitto ucraino appare evidente che essa è una guerra per procura dell’amministrazione Biden nei confronti della Russia, messa in condizioni di dover necessariamente reagire, perché respinta dall’ambito europeo, privata della protezione degli stati di sua influenza, derivanti dagli accordi di Yalta e minacciata dal progressivo espansionismo della Nato. Tale atteggiamento è arrivato fino al punto di tentare di annettere nel suo ambito l’Ucraina, da sempre il giardino di casa della Russia, la quale ha sempre reagito quando minacciata di accerchiamento.

E’ ovvio che gli Stati Uniti non hanno mai avuto alcun interesse ad un Europa con la Russia al suo interno, perché tale conglomerato sarebbe stata un suo competitor globale, mentre sono evidenti le ragioni per le quali essi fomentano un conflitto che l’Ucraina non può in alcun caso vincere, ovvero, indebolire la Russia mediante i costi complessivi di un conflitto prolungato.
In una situazione di grave crisi i governanti italiani avrebbero il dovere di perseguire l’interesse nazionale, in questo caso si stanno favorendo gli interessi dei referenti esteri di Draghi, quelli dell’amministrazione Biden (di cui si prevede una netta sconfitta alle elezioni di autunno) e altri interessi innominabili di natura prettamente economica. Le sanzioni colpiscono principalmente l’economia e lo stile di vita dei paesi europei (vedi studio aggiornato dell’Australian Strategic Policy Institute di Sidney), ben poco la Russia e per nulla gli Stati Uniti, di contro, l’inutile e illegale fornitura di armi offensive all’Ucraina ha il solo effetto di prolungare il conflitto e aumentare esponenzialmente il livello della sua distruzione.

Ovviamente, qualche sconsiderato potrebbe obiettare che questa è la politica, ma sbaglierebbe. La politica dovrebbe avere come fine il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, non giocare ai dadi come un apprendista stregone di terz’ordine sull’esistenza stessa del pianeta.

La Russia non accetterà mai un’Ucraina membro della Nato poiché questo fatto porterebbe una minaccia militare a ridosso dei propri confini e gli esperti sanno che tali condizioni provocherebbero un’escalation del conflitto, mettendo a confronto potenze nucleari, tutte in grado di assicurare più volte la mutua distruzione.

Sembra indiscutibile quindi che l’unica soluzione risiede nelle trattative diplomatiche, che devono garantire realistiche condizioni di coesistenza tra i contendenti. Stranamente, lo stesso Papa Bergoglio, in un rigurgito di buonsenso, indica tra gli elementi generanti il conflitto in corso “l’abbaiare della Nato ai confini russi”. Occorre precisare che non si mette in discussione il necessario aumento delle spese militari (indispensabile per mantenere credibili le nostre Forze Armate) oppure l’atlantismo o l’appartenenza alla Nato, essa è e rimane un’utile alleanza difensiva, ma non lo strumento di guerre per procura, soprattutto quando gli interessi tra mandanti ed esecutori evidentemente divergono.

Siamo in una situazione molto pericolosa e sembra che gli unici pacifisti siano gli ufficiali di Stato Maggiore (Bertolini, Mini, Loi, Battisti, ecc.), peraltro tra i pochi a conoscere le complesse implicazioni di un confronto geopolitico permanente che in questo caso sta scivolando verso la pazzia dei moderni giocatori di war games. Essi sono però solo emuli del tragicomico Dottor Stranamore, ubriachi di profitto e immersi in una realtà virtuale molto lontana da quella reale, soprattutto ad una distanza siderale dagli interessi dei cittadini, che rimangono i titolari indiscutibili della sovranità nazionale.

F.to Dott. Raffaello Federighi