Salvare Viterbo dalla morte: le proposte di Sgarbi per rianimarlo

 

VITERBO – “Non esistono miracoli in politica. Ma la volontà e la possibilità di cambiare una situazione al limite dell’umiliazione” inizia così la nota inviata dal comitato “IoApro Rinascimento” con Sgarbi per Viterbo, il riferimento è ad erbacce e sporcizia che invadono la città e soprattutto il suo cuore: Il centro storico. Un cuore che deve tornare a pulsare attraverso iniziative che lo riportino in vita.

“Se casa propria fosse fortemente e continuamente in disordine, gli ospiti come si sentirebbero nel venirci a trovare? A disagio. Se la nostra casa sarà sciatta e dimenticata, non avverrà nessuna magia. Perché la politica può fare tutto, persino schifo, ma non può fare miracoli. Come ci si può arrendere alla considerazione che “il centro storico è ridotto così da anni e nessuno, tanto, cambia le cose” ma pretendere, poi, di parlare di turismo, ricettività, visibilità e vivibilità da grande città italiana, magari da capitale della Cultura?
Noi siamo qui, anzitutto, per aiutare a realizzare questo processo verso una nuova mentalità che solo con figure come Vittorio Sgarbi, in veste di assessore alla Bellezza dell’amministrazione Frontini, può man, mano realizzare. Non siamo qui, tra le nostre proposte, per fare miracoli, ma semplicemente per organizzare e rianimare un centro storico che, anzitutto, sia vigilato (maggiore controllo della Polizia Locale per evitare atti di vandalismo e incuria) e ordinato, in cui il decoro e la pulizia, nonché la presenza essenziale e sensibile del Comune nei restauri e nell’assetto urbanistico, siano garantiti in maniera costante dall’Amministrazione Comunale. Rievocazioni sui principali fatti storici di Viterbo nei luoghi in cui si sono svolti (dal Conclave, all’omicidio di Enrico di Cornovaglia), iniziative artistiche e culturali cadenzate nell’anno, affinché vi sia vita, con la pioggia e con il sole, tra le vie del centro. Una comunicazione mirata che conduca telecamere e redazioni nazionali anche oltre la sera del 3 settembre. Ricostruire l’identità e la vitalità della città con l’istituzione di una scuola di arti e mestieri, di antichi saperi e molto altro. Solo così chi ha scelto di investire nel centro storico non vedrà il senso del fallimento ma della rinascita, con atti di civiltà e lungimiranza utili ad attrarre visitatori.
L’unica cosa che vogliamo sentir strappare a Viterbo dai commercianti sono centinaia di scontrini dopo gli acquisti dei cittadini e dei turisti che verranno nella nuova Viterbo, come accaduto a Sutri”. Conclude il Comitato.