Nel Lazio bisogna cambiare modo di pensare. Ci sono più buche per i rifiuti da queste parti che in zone di guerra
ROMA – Continua a far discutere la “rivoluzione ambientale” che inizierà finalmente con la realizzazione del termovalorizzatore che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intende costruire entro il 2025.
Abbiamo di fronte una città, Roma, immersa nella spazzatura, con un basso livello di capacità di differenziarla. A ciò si aggiunge il fatto che ogni giorno 163 tir, che partano dalla capitale verso altre aree del Paese, trasportano rifiuti con costi impressionanti e, ovviamente, a carico dei cittadini.
Un nuovo termovalorizzatore, ma anche due, in grado di utilizzare le migliori tecnologie di efficientamento dei processi nel rispetto della relativa normativa europea, sì. Questa è la condizione importante che risolverebbe una parte dei problemi dei rifiuti senza mai fermarsi con la raccolta differenziata, beneficiando anche degli aiuti che arrivano dalle nuove tecnologie.
Ade esempio ci sono aziende italiane che trasformano la plastica non riciclabile in idrogeno circolare.
Un termovalorizzatore riduce il volume dei rifiuti da interrare e, grazie alla loro combustione, permette di recuperare energia.
Rappresenta, dunque, una sorgente di energia rinnovabile che riduce le emissioni di carbonio, abbattendo l’uso di fonti fossili e le emissioni di metano dalle discariche di cui è pieno il Centro-Sud. Ricordiamoci che le discariche emettono 8 volte in più le emissioni di gas serra rispetto a un termovalorizzatore.
Secondo l’Ispra – l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -, tra il 2000 e il 2018 l’incenerimento ha inciso meno dell’1% sulla produzione di emissioni di inquinanti, una percentuale che tra l’altro tende alla riduzione, nonostante l’incremento dei rifiuti avviati al recupero energetico.
Sono tecnologie diverse e con funzioni diverse. Il termovalorizzatore prevede, rispetto all’inceneritore, un recupero energetico, non solo la combustione dei rifiuti non riciclabili. Con il termovalorizzatore si recupera, sotto forma di energia elettrica, circa l’85% del calore prodotto dalla combustione dei rifiuti. Questo viene fatto grazie a capacità tecnologiche di abbassare di molto anche le emissioni climalteranti.
Il termovalorizzatore prevede, rispetto all’inceneritore, un recupero energetico, non solo la combustione dei rifiuti non riciclabili. Con il termovalorizzatore si recupera, sotto forma di energia elettrica, circa l’85% del calore prodotto dalla combustione dei rifiuti. Questo viene fatto grazie a capacità tecnologiche di abbassare di molto anche le emissioni climalteranti.
La mentalità delle “buche” tanto cara al “Supremo” Manlio Cerroni va abbandonata. Non solo perché si è venuto a creare un monopolio o per meglio dire un monopolista del rifiuto.
Sì perché se sei simpatico al “Supremo” depositi i rifiuti nelle sue buche. Se per un motivo o per l’altro non godi delle sue simpatie allora i rifiuti te le puoi tranquillamente tenere.
La Regione Lazio si trova costretta a rivedere il piano rifiuti. Quello attuale è superato e scritto da mani improponibili. Poi ci sono i 5 Stelle. Insomma dovremo aspettare le nuove elezioni per vedere un piano nuovo perché per adesso, tra chi vuole ricandidarsi e chi non vuole andare via prima sta impedendo qualsiasi azione politica.
Il coraggio di Gualtieri va sostenuto così come vanno sostenuti tutti quegli imprenditori che propongono un’alternativa ai monopolisti della gestione dei rifiuti.