CIVITAVECCHIA – “Finalmente il Commissario agli Usi Civici ha gettato la maschera ed ha perso ogni pudica imparzialità. Quanto andavamo dicendo da tempo, pur con il dovuto rispetto e nelle forme che si addicono a rapporti formali e giurisdizionali si è finalmente palesato”.
Inizia così una replica di Damiria Delmirani, presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia, che continua: “Vorremmo comunque tranquillizzare i Soci ed i Cittadini di Civitavecchia: la carenza di legittimazione paventata nell’ordinanza che è stata resa pubblica da alcune testate nei giorni scorsi non ha alcun fondamento né il Commissario agli Usi Civici è l’organismo che può autonomamente sollevare la questione, soprattutto in quello stato del procedimento.
Se l’Università agraria avesse perso la sua struttura direttiva, come asserisce infondatamente il Commissario, tale questione sarebbe stata già nelle mani dell’Autorità giudiziaria che avrebbe emesso tale declaratoria assieme al provvedimento di interdizione temporanea del presidente De Paolis, provvedimento che ricordiamo essere interinale ed istruttorio e non decisorio e definitivo.
L’Ipotesi che interessa, nel caso di specie, ossia l’impedimento temporaneo del Presidente del Consiglio di amministrazione, non rientra tra quelle previste dall’art. 12 dello Statuto, il quale prevede lo scioglimento del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo solo in caso di “impedimento permanente”.
Però il Commissario cita a memoria solo gli articoli dello Statuto dell’Università Agraria di Civitavecchia che meglio si adattano al suo scopo. Nel caso di esame, il noto impedimento del Presidente è meramente temporaneo, ossia legato alla durata della misura applicata nei suoi confronti e non è definitivo (come può esserlo, ad esempio, la decadenza dai pubblici uffici): ciò comporta, come conseguenza immediata, la non applicazione della regola, sopra menzionata, che determina lo scioglimento del consiglio in presenza di un impedimento definitivo del presidente.
Se, quindi, il consiglio non si scioglie per un impedimento temporaneo del Presidente, ne deriva come corollario che il Consiglio debba necessariamente essere messo nelle condizioni di poter svolgere le funzioni che lo statuto gli attribuisce. In caso contrario la Magistratura civitavecchiese avrebbe ben potuto sopprimere l’Organo, cosa che non ha fatto”.
Nel caso particolare alle medesime conclusioni si può giungere esaminando il dato normativo dell’art. 2479 bis, c.c. quarto comma, che prevede, con riferimento alla convocazione ed alle riunioni delle assemblee di srl, che “l’assemblea è presieduta dalla persona indicata nell’atto costitutivo o, in mancanza, da quella designata dagli intervenuti”: rendendo possibile, anche in tali fattispecie, la nomina di soggetto diverso da quello istituzionalmente preposto alla funzione indicata.
Dalle indicazioni sopra riferite e da una interpretazione sistematica, deve pertanto affermarsi che, dovendo garantirsi un funzionamento del consiglio di amministrazione – non venendo in questione, come già riferito, l’ipotesi di un suo scioglimento – lo stesso consiglio di amministrazione, nel rispetto del principio di collegialità, può e deve procedere alla nomina di un presidente facente funzioni, per il periodo di durata dell’impedimento temporaneo che ha colpito il presidente eletto. Così è stato fatto – conclude Delmirani -, piaccia o meno al Commissario agli Usi Civici. Naturalmente l’Università Agraria di Civitavecchia provvederà, nei termini, ad impugnare la decisione provvisoria del Commissario agli Usi Civici mentre sta valutando quale sia l’organismo deputato a verificare la correttezza dell’operato, anche dal punto di vista della deontologia e dell’imparzialità, del Commissario medesimo”.