Cinque schede di colore diverso. I cittadini di Cerveteri e Ladispoli saranno oggi chiamati alle urne non solo per scegliere il futuro sindaco che guiderà per i prossimi 5 anni il Comune di appartenenza, ma anche per dire la loro sul referendum abrogativo sulla giustizia.
SCHEDA ROSSA.
Chiede l’abrogazione del decreto legge Severino. La norma, attualmente in vigore, dispone il divieto di candidatura, la decadenza e la sospensione di qualunque carica pubblica, per le persone che hanno commesso alcuni gravi reati. Votando si si cancella l’automatismo e dovrà essere il giudice, di volta in volta, a decidere se, in caso di condanna, occorra infliggere anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Con il “no” invece i cittadini esprimeranno la loro contrarietà all’abrogazione del decreto.
SCHEDA ARANCIONE.
In questa scheda i cittadini troveranno il quesito che chiede una riforma della custodia cautelare, misura preventiva che viene applicata all’imputato durante un processo in caso di pericolo di fuga, inquinamento delle prove o per evitare che la persona commetta di nuovo lo stesso reato. Ed è proprio su questo ultimo aspetto che il quesito referendario interviene chiedendo di limitare la misura cautelare per rischio di reiterazione. Chi voterà “si” esprimerà il suo consenso all’abrogazione della custodia cautelare per alcuni reati che prevedono pene minori e per il reato di finanziamento illecito dei partiti. Chi è per il “no” sottolinea che il codice già prevede dei limiti, poiché il carcere come misura cautelare è possibile per reati che prevedono la reclusione non inferiore a cinque anni.
SCHEDA GIALLA.
Qui si chiede una separazione all’origine delle carriere dei magistrati che dovranno scegliere appena finita la formazione tra il ruolo di pubblico ministero, che promuove l’azione penale, e quello di giudice, che emette le sentenze. Con il “si” dunque il magistrato dovrà scegliere a inizio carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo per tutta la carriera. Chi è per il “no”, invece, sostiene che si introdurrebbe di fatto la separazione delle carriere senza modificare la Costituzione.
SCHEDA GRIGIA.
Il quesito vuole dare diritto di voto anche ad avvocati e professori universitari per valutare l’operato dei magistrati. Al momento è un diritto esclusivo dei magistrati della Corte di Cassazione e di quelli che compongono i Consigli giudiziari. Con il “si” si consentirà il voto dei laici (avvocati e professori) che siedono nei consigli giudiziari anche su queste deliberazioni, per ottenere giudizi più oggettivi sull’operato dei magistrati. Il “no” invece sostiene che sia inopportuno il giudizio degli avvocati su chi nel processo rappresenta la loro controparte.
Il quesito vuole eliminare l’obbligo di raccolta delle 25mila firme necessarie ai magistrati per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura (Csm). Il referendum abrogativo per essere valido richiede la partecipazione della metà più uno degli aventi diritto al voto.