BOSCO MARENGO (AL) – Questa mattina il Sindaco di Bosco Marengo, Gianfranco Gazzaniga, il Prefetto di Alessandria, Francesco Zito insieme ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine hanno visitato l’impianto FN di Bosco Marengo, accompagnati dal Presidente di Sogin Luigi Perri e dall’Amministratore Delegato Emanuele Fontani.
Il sito piemontese, nel quale durante l’esercizio si fabbricava combustibile nucleare, è il primo impianto italiano nel quale Sogin ha terminato le attività di smantellamento previste dalla Fase 1, raggiungendo il cosiddetto stato di brown field. Un traguardo ottenuto attraverso una significativa accelerazione nel 2021 di circa il 16% delle attività di decommissioning.
Questo traguardo ha consentito di togliere i vincoli radiologici e di declassificare le aree e gli edifici dove in passato si fabbricavano gli elementi di combustibile nucleare che tornano ad essere fruibili come ambienti convenzionali.
Le principali attività svolte hanno riguardato la decontaminazione e lo smantellamento del ciclo di produzione degli elementi di combustibile, il “cuore” dell’impianto durante il suo esercizio. Sono stati smantellati i sistemi ausiliari quali l’impianto di ventilazione, la vasca di decontaminazione dei materiali e l’impianto di trattamento e drenaggio degli effluenti liquidi. Inoltre, negli ultimi anni sono stati trattati e ridotti di volume tutti i rifiuti radioattivi solidi e liquidi che erano presenti.
I circa 500 metri cubi di rifiuti radioattivi presenti, derivanti dalle pregresse attività di esercizio dell’impianto e dalle successive attività di dismissione, sono stoccati in sicurezza nel deposito temporaneo B106, adeguato ai più recenti standard, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale quando sarà disponibile.
Le prossime attività riguarderanno il mantenimento in sicurezza, la gestione dei rifiuti radioattivi e la conclusione dei lunghi lavori di caratterizzazione e bonifica di una parte dell’”area di rispetto” del sito. Una durata dovuta alla particolare cura che viene adottata nelle misure di caratterizzazione radiologica. Tranne un piccolo quantitativo di rifiuti radioattivi, a debole contaminazione di poche decine di chili, si tratta di materiali inerti quali plastica, ferro, cemento, legno, fusti petroliferi eccetera, interrati in passato durante l’esercizio dell’impianto. Tale materiale dopo gli opportuni controlli verrà rimosso e conferito in discarica.
Con la disponibilità del Deposito Nazionale i rifiuti radioattivi saranno allontanati e il deposito temporaneo smantellato. Il sito sarà così riportato a green field, ossia una condizione priva di vincoli radiologici che consentirà il suo riutilizzo per altre attività.
La sostenibilità fa parte degli obiettivi di Sogin fin dalla sua fondazione ed è alla base di tutte le sue attività. In linea con questo principio, la Società si è resa disponibile ad offrire alcuni edifici dell’impianto di Bosco Marengo, assieme ad altri delle centrali nucleari in dismissione di Caorso e del Garigliano, per custodire in caso di calamità naturali le opere d’arte del nostro Paese, nell’ambito di un progetto di tutela del patrimonio artistico promosso dal Ministero della Cultura e inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
“Ringrazio Sogin per l’invito – ha affermato il Sindaco di Bosco Marengo, Gianfranco Gazzaniga. Sono estremamente soddisfatto della conclusione del percorso di decommissionig per la nostra sede di Bosco Marengo che ad oggi può considerarsi a tutti gli effetti in brown field e, pertanto, solo in attesa del trasporto definitivo dei rifiuti radioattivi ove verrà costruito il Deposito Unico. Non posso, in qualità di Sindaco che esprimere il mio grazie a Sogin che in questi anni ha sempre correttamente adempiuto al dettato normativo e alle prescrizioni di legge affinché il sito di Bosco Marengo venisse bonificato e messo in sicurezza. Un grazie – ha concluso il Sindaco – anche per la sensibilità nel corso degli anni verso il territorio”.
“Ringrazio tutto il personale – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani – che in questi anni ha lavorato con impegno e le Autorità e gli Enti che a vario titolo hanno autorizzato e accompagnato le diverse fasi di un lavoro complesso che ha liberato il sito da vincoli radiologici. Questo risultato – ha proseguito Fontani – è uno stimolo ulteriore ad accelerare le attività di smantellamento degli impianti nucleari italiani, come già avviene da un paio d’anni, tenendo sempre al primo posto la sicurezza dei lavoratori e delle comunità che vivono vicino ai nostri siti e la tutela dell’ambiente”.
L’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, entrato in esercizio nel 1973, prende la propria denominazione dal nome della società costruttrice, “Fabbricazioni Nucleari SpA”. Ha prodotto nel corso del suo esercizio elementi di combustibile per centrali nucleari in Italia e all’estero. A partire dal 1987, con la chiusura del programma nucleare italiano, l’impianto ha gradualmente diversificato l’attività, specializzandosi in settori ceramici avanzati e altri prodotti. Nel 2005 Sogin è divenuta proprietaria dell’impianto con l’obiettivo di portare a termine il suo decommissioning.