Incendio di Malagrotta: riparte l’incubo rifiuti per la Capitale

Gualtieri: “Raccolta di rifiuti a rischio. Finestre chiuse nel raggio di un 1 chilometro”

ROMA – Incendio all’impianto Tmb di Malagrotta di proprietà della società E.Giovi all’estrema periferia Ovest della Capitale. Le fiamme sono divampate alle 17.38 di mercoledì e riguardano il capannone accanto al gassificatore in disuso. Poi il rogo si è spostato verso la seconda linea dell’impianto. A prendere fuoco è stato il combustibile da rifiuti, il cosiddetto cdr, risultato della lavorazione dell’immondizia. Per il momento  Ama ha bloccato i conferimenti di spazzatura e non è chiaro quando riprenderà: riparte l’incubo rifiuti per la Capitale.

Non solo il nodo della spazzatura. Il Campidoglio corre ai ripari anche per la tutela della salute dei cittadini. Dopo aver pregato chi abita entro un chilometro dal complesso di tenere chiuse le finestre e non accendere i condizionatori d’aria, il Comune è pronto a varare un’ordinanza che imporrà una nuova serie di precauzioni ai romani. Tra le misure al vaglio c’è soprattutto la chiusura di nidi e scuole dell’infanzia nel raggio di sei chilometri a causa del rischio che l’aria, dopo l’incendio, sia carica di diossina. I dettagli sono allo studio, l’amministrazione capitolina si muoverà concordando ogni mossa con il Servizio di igiene e sanità pubblica della Regione.

Le fiamme, hanno interessato tanto il gassificatore, spento dal 2011 ma divenuto nel tempo un luogo di stoccaggio del cdr (il combustibile derivato dai rifiuti prodotto dai tmb e bruciato negli inceneritori) che uno dei due tmb di Malagrotta, il più grande, che tratta ogni giorno fino a 900 tonnellate di rifiuti indifferenziati. L’altro, più piccolo, ne tratta fino a 600.

Non ci sono ancora comunicazioni ufficiali, ma secondo quanto si apprende, il rogo avrebbe seriamente compromesso sia il gassificatore che il Tmb. Tutto il compendio di Malagrotta dal 2018 è stato posto dal tribunale di Roma sotto amministrazione giudiziaria, rappresentata dal commercialista Pier Luigi Palumbo, dopo le vicende giudiziarie che hanno interessato il patron del Colari, Manlio Cerroni.

Con il più grande tmb di Roma fuori uso (quello di Ama a Rocca Cencia può trattare al massimo 500 tonnellate al giorno di indifferenziato) si riapre cosi prepotentemente per la capitale, lo spettro dell’emergenza. L’impianto tratta fino a 1.250 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, 8.100 alla settimana, ed è uno dei più importanti per la tenuta del ciclo dei rifiuti. Anche se, come sembra, alla fine non dovessero emergere danni ai macchinari, bisognerà capire se la struttura bloccherà la lavorazione dell’immondizia. In quel caso per Roma rischia di aprirsi una nuova fase di passione sul fronte della spazzatura.

E in tarda serata interviene Gualtieri. “L’incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate”, ha fatto sapere il sindaco di Roma. “Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi”.

Il Campidoglio “raccomanda, a titolo precauzionale, alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell’incendio di: non sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti; non utilizzare al momento i condizionatori d’aria; in caso di emergenza contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200”. Nella zona interessata dal rogo, spiega il Comune, “sono possibili, a scopo precauzionale, interruzioni di luce, gas e acqua”.