Rifiuti – Ancora ombre sul rogo di Malagrotta. E qualcuno ipotizza l’apertura del TMB di Guidonia nonostante l’interdittiva antimafia

Brucia l’impianto della E.Giovi Srl, affidato all’Amministratore giudiziario Luigi Palumbo. In attesa di chiarire se dovuto ad un incidente per le alte temperature oppure di origine dolosa, si fa strada l’ipotesi di aprire l’impianto di Guidonia, gestito dalla società di Cerroni raggiunta dall’interdittiva antimafia

MALAGROTTA – Leggendo la rassegna stampa di sabato 18 giugno, ci sono alcune riflessioni da fare. Da un lato l’inchiesta giudiziaria che dovrà chiarire se l’incidente è stato causato dalle alte temperature estive (come se il caldo della stagione fosse un evento non previsto), oppure se c’è stato il dolo di qualche malintenzionato che ha tentato di dare il colpo di grazia alla già grave emergenza in cui si trova Roma da anni, grazie alla cattiva gestione della regione governata da Zingaretti. Insieme al nulla prodotto dalla Raggi durante la sua permanenza in Campidoglio.

Secondo quanto riportato dal quotidiano “la Repubblica” gli inquirenti avrebbero aperto un fascicolo per incendio doloso e combustione illecita di rifiuti. Questo, però, non significa che ci sia la certezza che l’origine dell’incendio sia doloso, ma soltanto che l’adozione di questi reati è strumentale, permettendo di poter indagare in modo più approfondito.

D’altronde gli inquirenti non possono non considerare una casualità che ormai sta diventando normalità. La facilità con cui gli impianti della capitale che trattano rifiuti prendono fuoco. Tre negli ultimi anni e in almeno un caso (TMB Salario, 11 dicembre 2018) c’è la certezza che le fiamme hanno avuto origine dolosa.

Sempre secondo il quotidiano “la Repubblica”, sembra che nel recente rogo di Malagrotta ci sia già un aspetto che non fa presagire nulla di buono.

“Perché le fiamme si sono propagate così velocemente? L’allarme sarebbe partito subito, al contrario del sistema antincendio che permette di allagare i rifiuti e spegnere il fuoco. Questo si attiva manualmente. L’addetto non sarebbe stato così celere nello schiacciare il bottone”.

Un primo importante elemento da cui partire per gli inquirenti. Perché è chiaro che la posta in palio è altissima e non si può far passare questo incendio, che ha rischiato di mettere Roma in ginocchio, con un nulla di fatto.

Anche perché, a leggere l’altra parte della rassegna, emerge un altro elemento di riflessione.

L’impianto di Malagrotta è della E.Giovi Srl, affidato all’Amministratore giudiziario Luigi Palumbo dopo i noto problemi avuti da Manlio Cerroni. Il quotidiano “il Messaggero” riferisce che starebbe prendendo piede “l’idea di sbloccare il TMB di Guidonia, pronto ma ancora non inaugurato… In ballo anche la riapertura temporanea della discarica di Albano, dove potranno essere sversati altri rifiuti”.

Entrambi gli impianti, però, hanno qualche problemino con le interdittive antimafia. Su Albano è stato già detto tutto, anche nelle sedi istituzionali quali la Commissione Trasparenza del Consiglio regionale del Lazio. Anche l’Avvocatura regionale ha bacchettato gli Uffici della Giunta, contestando le volture che hanno aggirato l’interdittiva del Prefetto Pecoraro.

Per quanto riguarda Guidonia, invece, la nostra redazione si è interessata recentemente alla vicenda e in un dettagliatissimo articolo abbiamo raccontato come la società “Ambiente Guidonia” sia partecipata dalla Pontina Ambiente (raggiunta dall’interdittiva antimafia) e dalla Ecoambiente (società destinataria della voltura della discarica di Albano).

Entrambi gli impianti risultano avere le autorizzazioni necessarie ma agli attenti Uffici della regione Lazio governata da Zingaretti è sfuggito il provvedimento prefettizio. Nel caso di Albano, il Direttore Vito Consoli ha provato a mettere una pezza chiedendo il parere all’Avvocatura regionale. Vantando il fatto di aver sollevato lui la questione quando invece, date alla mano, la sua richiesta è arrivata dopo il nostro articolo e la accesissima Audizione in Commissione Trasparenza.

Sull’impianto di Guidonia poi, non ci risulta nessuna presa di posizione da parte del dott. Consoli per cui si presume che, per la regione, la Pontina Ambiente può trattare rifiuti e avere rapporti con la pubblica amministrazione.

Dopo la “gestione” Tosini sembra proprio che a via Cristoforo Colombo siano ancora in grande confusione, ma quello che stupisce è il mancato intervento dei due assessori competenti per materia, Massimiliano Valeriani e Roberta Lombardi, e, soprattutto, del Presidente Nicola Zingaretti.

Sono soltanto voci e illazioni, ma sarebbe opportuno evitare che le società Pontina Ambiente e Ecoambiente effettuino “All Inn” dopo l’incendio del TMB di Malagrotta, gestito dall’amministratore giudiziario.

 

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