Prosegue la campagna elettorale (al veleno) in vista del ballottaggio del 26 giugno che vedrà gli elettori scegliere tra Alessandra Troncarelli e Chiara Frontini
VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – “Noi siamo la città e la città è noi“… ascoltando queste parole pronunciate da Chiara Frontini dopo i risultati del primo turno delle comunali mi è venuto in mente il titolo di un vecchio libro di Elfriede Jelinek, scrittrice austriaca premio Nobel 2004, che descriveva la parabola di Jorg Haider lo scomparso leader del partito della destra nazionalista populista del suo paese.
E infatti, probabilmente inebriata dall’amaro calice del potere, Chiara Frontini ha arringato i suoi con una frase sintomo di un giovanile, quanto superficiale, delirio di onnipotenza che nemmeno il 30 per cento dei consensi può giustificare.
Una totale assenza di sensibilità istituzionale che invece dovrebbe essere la prima caratteristica di un candidato Sindaco.
Chiara Frontini non è la città, come non lo è nessuno di noi, la città siamo tutti insieme come ha detto fin dal primo giorno Alessandra Troncarelli.
Su questo principio fondamentale nessuno può e deve transigere perché è il sale di ogni democrazia.
In realtà nella dichiarazione “la città è noi” c’è qualcosa anche di peggiore. E cioè una presuntuosa quanto ingiustificata tracotanza che la porta a identificare Viterbo con lei stessa e la sua coalizione, in una idea “quasi monarchica” della amministrazione comunale.
La città, sia chiaro, siamo e saremo sempre TUTTI a prescindere da chi la governerà.
Non c è un “noi” inteso come governanti e gli altri, intesi come i cittadini, “gli altri siamo noi” come cantava Umberto Tozzi…
La prima cosa che un buon Sindaco deve fare è pensare proprio agli “altri” abbandonando la contrapposizione tra “quel noi e voi” che allontana sempre di più i cittadini da chi li governa.
In questo Alessandra Troncarelli ha dimostrato sicuramente una maggiore maturità e capacità amministrativa rispetto alla nostrana leader populista, anche perché in questi anni ha avuto la grande responsabilità, prima in comune e poi in regione, di gestire il settore più delicato per una amministratrice: le politiche sociali.
È lavorando in questo settore che Alessandra Troncarelli ha imparato a “pensare agli altri” stando ogni giorno a contatto con esclusione sociale e povertà con quei “poveri” che come ha rammentato Papa Francesco a tutti i politici “sono sempre con Voi“.
Proprio in questo credo stia la differenza che i Viterbesi devono cogliere votando Alessandra Troncarelli al ballottaggio del 26 Giugno.
Solo una affermazione di Alessandra Troncarelli infatti può evitare uno scenario post-populista che rischia di essere per il Comune più disastroso di quello, pur travagliato, che abbiamo vissuto anche a Viterbo in questi anni.
Una vittoria di Frontini rappresenterebbe invece una deriva fondata su posizioni semplicemente insensate o solamente propagandistiche anche su questioni delicate per Viterbo in cui sarebbe difficile distinguere l’ignoranza dalla malafede.
Francesco Serra
Coordinatore Comunale PD