I Socialisti non si schierano con il centrosinistra ciociaro, che raccoglie quanto seminato (male) da Zingaretti negli ultimi 10 anni. Che ha “snobbato” il portatore di voti Gianfranco Schietroma. Avanti con l’1,32% del M5S
FROSINONE – Dopo la scelta di Mauro Vicano e Azione di Carlo Calenda, che hanno deciso di sostenere Riccardo Mastrangeli al ballottaggio per la carica di sindaco di Frosinone, arriva la “libertà di voto” dei Socialisti di Gianfranco Schietroma, che il 12 giugno hanno raggiunto il lusinghiero risultato del 6% con il candidato sindaco Vincenzo Iacovissi.
Questa la nota diffusa nei giorni scorsi: “Il Partito Socialista ha sciolto le riserve. Non appoggerà il candidato del centrosinistra, Domenico Marzi, ma lascerà liberta di voto ai propri elettori.
L’Assemblea dei candidati nella lista del Psi a sostegno della candidatura a Sindaco di Vincenzo Iacovissi, riunitasi il 17 giugno per l’analisi del voto del primo turno delle elezioni amministrative comunali di Frosinone, esprime soddisfazione per l’ottimo risultato conseguito che, con circa il 6% dei voti, ha consentito al progetto politico del nuovo centrosinistra di incontrare il favore di numerosi elettori e di avere rappresentanza in Consiglio comunale. I candidati ringraziano vivamente gli elettori che hanno voluto conferire fiducia al progetto politico di radicale cambiamento nei metodi, nell’azione e nelle persone.
Il risultato elettorale conseguito costituisce però solo il primo passo verso l’affermazione di una alternativa politica in città, sulla quale verrà impostata l’azione per la realizzazione dei punti programmatici ritenuti essenziali, a cominciare dal grande capoluogo, dall’istituzione di un polo interuniversitario del Lazio e dalla campagna ‘zero cemento’. Per tali ragioni di coerenza e linearità, l’Assemblea ha ritenuto opportuno lasciare piena libertà di voto agli elettori in occasione del turno di ballottaggio. Siamo certi che i cittadini sapranno individuare la scelta migliore nell’interesse di Frosinone. Noi continueremo a fare la nostra parte per rendere la città un capoluogo attrattivo, dinamico ed europeo”.
Dunque, il campo largo auspicato da Zingaretti diventa molto stretto. E questo a causa delle sue scelte. Prima con un trattamento molto discutibile nei confronti di un bravo professionista quale Mauro Vicano, scaricato per favorire quell’alleanza giallorossa con gli inconsistenti grillini di Ilaria Fontana, che a Frosinone non hanno certo dato una mano all’incolpevole Marzi, anzi.
Poi il non sostegno dei Socialisti alla coalizione di centrosinistra.
Mancato appoggio che parte da molto lontano. Chi conosce la politica ciociara e regionale sa che quanto deciso dal partito che a Frosinone fa capo ad un esponente politico di tutto rispetto che risponde al nome di Gianfranco Schietroma è assolutamente condivisibile. E anche prevedibile.
Una volta tanto i socialisti di Frosinone, che sono ancora una forza politica viva e numericamente importante, hanno la possibilità di far pesare con forza i propri voti. E ricordare a Zingaretti tutte le volte che hanno ricevuto la porta “sbattuta” in faccia dopo aver portato voti.
Nelle ultime due tornate elettorali regionali che hanno visto trionfare Nicola Zingaretti, gli spazi per il partito socialista ciociaro sono stati inesistenti.
Questo nonostante il contribuito portato per eleggere il consigliere nella circoscrizione Roma nel 2013, e l’aiuto dato al Governatore nella vittoria al fotofinish nel 2018, nonostante Pirozzi e l’anatra zoppa venuta fuori da quella tornata elettorale. Elezioni che hanno visto la coalizione vincente di centrosinistra prendere “solo” 867.393 voti, pari a 34,19%, contro i 922.664 voti, pari al 36,37%, del centrodestra.
In questo ballottaggio la lista capeggiata da Vincenzo Iacovissi poteva essere un valore aggiunto per l’incolpevole Domenico Marzi per tentare un recupero sul lanciatissimo Riccardo Mastrangeli, ma le porte sbattute in faccia ad un galantuomo come Gianfranco Schietroma fanno ancora rumore. A Zingaretti resta l’1,32% per cento del M5S in liquidazione di Ilaria Fontana, Enrica Segneri, Luca Frusone e Loreto Marcelli. Che hanno avuto difficoltà anche nel presentare la lista (solo 22 candidati invece di 32) e che non eleggerà il consigliere comunale anche in caso di vittoria di Marzi.