Operazione “Uovo in camicia” è arrivata fino a San Basilio e Aurelio. Tutto è partito dalla denuncia di una ragazza: gli agenti hanno eseguito nove misure cautelari
CIVITAVECCHIA – Poche sirene, niente elicottero, qualche cane delle unità cinofili sguinzagliato qua e là. Ma una vasta attività operativa che ha portato a risultati di tutto rispetto per la Polizia, che nelle scorse ore ha letteralmente stroncato un importante crocevia dello spaccio.
In prima linea, come sempre, gli agenti del commissariato di Civitavecchia, supportati dai colleghi di Aurelio e San Basilio, oltre che dai poliziotti della Questura di Roma.
Nove le misure cautelari eseguite, emesse dal gip del Tribunale di Civitavecchia su richiesta della Procura della Repubblica. Sette mesi di indagini a trecentosessanta gradi che hanno permesso alla Polizia di ricostruire una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina, ma anche hashish, messa in piedi da alcuni pregiudicati locali che si rifornivano a Roma. Tutto è partito dalle dichiarazioni di una ragazza civitavecchiese, molto preoccupata dalle frequentazioni del fratello. Gli agenti del commissariato di viale della Vittoria hanno subito compreso il problema e messo nero su bianco ogni sfumatura legata al caso in questione. Scatta così l’operazione “Uova in camicia”. Intercettazioni telefoniche e ambientali, ore e ore di appostamenti e pedinamenti: alla fine la Polizia è riuscita a mettere le mani sull’intera attività illecita gestita da quei soggetti che sistematicamente rifornivano il mercato civitavecchiese della droga, ceduta ai numerosi acquirenti in dosi preconfezionate.
Tutto sotto voce, senza clamore, quasi in silenzio. Questa è l’impronta lavorativa del dottor Luca Pipitone che dall’inizio dell’anno dirige il commissariato. Discreto, sempre dal lato opposto rispetto alle telecamere e alle macchinette fotografiche, ma incisivo e capace di motivare il valido personale di cui dispone. Oggi l’attività operativa della Polizia racconta di due grossisti della droga neutralizzati, uno residente nel quartiere Aurelio, l’altro a San Basilio; secondo le risultanze investigative erano loro i canali di approvvigionamento dello stupefacente. Dei nove indagati, tre sono finiti ai domiciliari, uno ha l’obbligo di dimora e altri cinque sono stati sottoposti all’obbligo di firma. Le numerose perquisizioni scattate nel corso dell’operazione hanno consentito ai poliziotti di sequestrare oltre due chili e mezzo di droga e di arrestare in flagranza di reato otto spacciatori. Benché in fase di indagini preliminari e fino ad accertamento della colpevolezza gli indagati siano da considerare innocenti, l’operazione “Uovo in camicia” ha inflitto un altro duro colpo al traffico di stupefacenti legato a Civitavecchia e ai comuni limitrofi.