ROMA – A quanto apprende l’Adnkronos l’ex patron di Malagrotta Manlio Cerroni ha chiesto tramite il suo difensore, l’avvocato Alessandro Diddi, di essere sentito in Procura con un’istanza indirizzata al procuratore capo Francesco Lo Voi dopo le notizie di stampa su presunti collegamenti con la criminalità’ organizzata .
”Da diversi giorni da alcuni quotidiani viene sostenuta la notizia secondo la quale – si legge nell’istanza della difesa dell’imprenditore – la criminalità organizzata avrebbe messo le mani sulla discarica di Malagrotta e che, in particolare, sarebbero emerse ‘cointeressenze’ tra Manlio Cerroni, anche tramite soggetti oggi attivi nei cantieri di bonifica, e ambienti mafiosi.
Tale circostanza sarebbe stata accertata dal Gen. Luigi Vadalà, Commissario Straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale come riportato, oltre che dagli organi di stampa, anche dalla trasmissione Report andata in onda lunedì 27 giugno”.
”Durante la trasmissione, tra l’altro, per un breve istante è stata perfino mostrata l’immagine del frontespizio della informativa del Commissario. Mi astengo, ovviamente, dal commentare la diffusione di notizie che, per la loro natura, dovrebbero rimanere più che riservate. Non posso tuttavia non prendere atto che, nonostante i moniti dell’Europa e le recenti disposizioni adottate dal legislatore italiano per proteggere la presunzione di innocenza, nulla è cambiato e che i processi e le condanne, prima che nelle aule di giudizio, si celebrano e si dichiarano sui media”, sottolinea l’avvocato Diddi.
”Sembra di rivivere la storia del 2014 che, dopo aver visto l’applicazione di un’ordinanza applicativa di una misura cautelare nei confronti di Manlio Cerroni con tutto ciò che ne conseguì sul piano mediatico, si è conclusa con l’assoluzione del mio assistito.
Manlio Cerroni – evidenzia il suo difensore- è fermamente convinto che qualunque illazione circa suoi collegamenti con la criminalità organizzata sono frutto di calunnie. Non si può non ricordare, a proposito di questo argomento, come la Procura della Repubblica di Roma aveva già aperto qualche anno fa un procedimento su questi aspetti, procedimento che si è concluso con decreto di archiviazione, peraltro respingendo una inconsueta richiesta dello stesso indagato che sollecitava perfino ulteriori indagini a suo carico per destituire di fondamento anche il più labile e flebile sospetto di collegamenti con ambienti della criminalità”.
Visto che ”suo malgrado Cerroni si trova oggi al centro di un nuovo ciclone mediatico, non solo è suo diritto potersi difendere ‘alla pari’, verrebbe da dire, con chi, in attesa che il Padreterno compia la sua volontà, vorrebbe ucciderlo anzitempo, ma anche potersi confrontare con le accuse che gli vengono formulate anche per evitare che la gogna mediatica, purtroppo già avviata, possa produrre ben più nefaste conseguenze”, spiega Diddi chiedendo di fissare ”nel più breve tempo possibile” l’interrogatorio di Cerroni affinché ”possa rispondere alle gravi accuse che gli sono state formulate”.