“Se il piano presentato in Tribunale viene accolto. Se il giudice decide in modo favorevole. Se ci sono i soldi per pagare. Se tutto va nel verso giusto allora mi dimetto” (dice il leader della Buona Destra, Filippo Rossi). Se il nonno di Nerone c’aveva tre palle era un flipper, dicono in città
VITERBO – Patetici. Ridicoli. Irritanti per la sfrontatezza avuta nel convocare una conferenza inutile dove l’argomento trattato era una NON NOTIZIA.
Travolti dalle polemiche di questi giorni che riguardano l’iniziativa dell’Associazione Culturale Compagnia Teatro della famiglia Barelli che ha ridato speranza, sotto mentite spoglie, a Caffeina e Huffestival il duo delle meraviglie Giacomo Barelli e Filippo Rossi hanno dato vita ad uno sketch degno di “Amici Miei” atto primo. Una supercazzola da far rabbrividire il Conte Mascetti e far girare nella tomba il grandissimo Ugo Tognazzi.
Una supercazzola che raccontiamo brevemente ma che vi invitiamo ad ascoltare nel file audio. In poche parole hanno detto che se il Tribunale di Viterbo accoglierà un piano di rientro ancora da presentare da Rossi & Co. pagheranno una parte transattiva dei buffi lasciati in ogni dove.
Tutti si aspettavano che il Tribunale avesse deciso. Accolto. Che Rossi insieme a Barelli avessero trovato i soldi per pagare lavoratori, fornitori e chi più ne ha ne metta.
No! Niente di tutto questo. L’allegra famigliola di Caffeina non c’ha un becco d’un quattrino e in dolce attesa di una decisione del Tribunale se mai ci sarà, se mai c’è già stata.
Per non parlare dei 5mila euro dati all’Associazione vicina alla famiglia Barelli e delle iniziative mascherate di Caffeina e Huffestival hanno pensato bene di tenere buoni i tanti “facinorosi” che ancora chiedono di essere pagati. La parola più gettona della supercazzola è stata “esdebitamento“.
“A metà luglio verrà consegnato il piano di esdebitamento in tribunale – ha precisato Rossi –. Se il tribunale accetta, inizierà la seconda fase: un piano quinquennale, fase durante la quale verranno pagati tutti i debiti previsti. A quel punto, una volta avviato l’esdebitamento, mi dimetterò dalla presidenza”. Ci sarebbe stata bene una fragorosa risata ma la conferenza stampa era purtroppo riservata a pochissimi eletti.
“Dopo due anni di silenzio – ha detto Rossi – anni faticosi per l’Italia a causa della pandemia, sento il dovere di spiegare qualcosa. Altrimenti sembra che la fondazione Caffeina, che mi onoro di presiedere dal gennaio 2020, sia il male assoluto della città”.
Questa volta vicino alla verità c’è andato parecchio. Caffeina è stata una cosa buona. La cosa cattiva è stata la manipolazione artistica del leader della “Buona Destra” Pippone Rossi.
“Dal 2020 Rossi è diventato presidente della fondazione – ha illustrato l’ex assessore ed ex consigliere comunale di Viterbo Barelli oggi leader indiscusso del partito di Calenda: AZIONE –, successivamente la fondazione è riuscita a convocare un direttivo. Questo nell’ottobre 2020. Direttivo durante il quale è stato dato mandato a Rossi di tentare la procedura di esdebitazione prevista dalla legge numero 3 del 2012 che si rivolge a soggetti che non sono sottoposti a procedura di fallimento”.
Insomma, per fortuna non siamo stati invitati alla conferenza stampa che i pochi presenti hanno definito: una cuja.
Questo l’audio della supercazzola. Se non c’avete proprio niente da fare o volete farvi due risate, oppure non riuscite a prendere sonno… ascoltatelo:
Viterbo – #boicottacaffeina, polemiche per il finanziamento mascherato a Filippo Rossi & Co