“Il Comune di Terni punta ad esportare il modello Roma nella gestione di ASM? La discussione sia rimandata a settembre. Garantire partecipazione, no a censure e bavagli”. L’intervento del M5S e di Rifondazione
Riceviamo e pubblichiamo – Da bravi soldatini eterodiretti, come avvenuto con il servizio idrico e come di fatto sta accadendo in sanità, il centrodestra a Terni continua nel suo progetto di fare tabula rasa dei servizi pubblici svendendo ai privati qualsiasi cosa le passi sotto il naso.
Con tale comunicato intendiamo esprimere la massima contrarietà circa l’operazione di “privatizzazione” che il Comune di Terni sta portando avanti su ASM cedendo rilevanti quote ad un privato e di fatto cedendo il controllo dell’azienda. Operazione che nasconde anche l’incapacità e il fallimento della governance nominata dal sindaco Latini nel rilancio della società pubblica.
Riteniamo per cui doveroso che un’operazione di tale portata sia rimandata alla massima partecipazione delle rappresentanze cittadine senza alcuna compressione circa i tempi della discussione, differendo il dibattito a settembre e soprattutto evitando in alcun modo censure e bavagli. È necessario mettere i cittadini in condizione di essere informati sulle condizioni di un’operazione che impatterà in maniera importante sul futuro della città.
Saremo al fianco di tutte le forze politiche e sociali che si batteranno su questo fronte, sostenendo qualsiasi iniziativa volta ad impedire scelte dissennate che vanno contro la tutela del patrimonio pubblico e contro i cittadini ternani.
La cessione delle quote di ASM da parte del Comune di Terni ad un partner privato non rappresenta solo l’ennesimo tradimento della giunta Latini verso i ternani dopo le promesse fatte fin dalla campagna elettorale che ciò non sarebbe mai accaduto.
Cedere, di fatto, il controllo della maggiore multiutility pubblica ad un privato vuol dire innanzitutto svendere un patrimonio dei ternani.
Vuol dire privarsi non solo di un bene comune, ma soprattutto di una risorsa fondamentale con cui i cittadini possono scegliere le più adeguate politiche di gestione dei servizi, strategiche per una comunità.
Non è cosa da poco. Significa, ad esempio, scegliere di non esportare il modello del caos romano a Terni.
Acea è prima di tutto una società quotata in borsa e come tale persegue la massimizzazione del profitto, a vantaggio dei propri amministratori e dei propri azionisti.
Il profitto, perché su quello sarà giudicata dal mercato e da quello dipende la sopravvivenza del colosso Acea.
Non di certo dalla volontà delle comunità ternana. Anche se di mezzo ci sono servizi fondamentali come energia, rifiuti, illuminazione, reti del gas ecc.
Quello che potrebbe succedere lo abbiamo già visto con la privatizzazione delle quote SII: record di perdite nelle reti idriche e aumento stellare delle bollette per i cittadini.
È singolare che proprio la vendita del SII doveva servire per salvare l’ASM. Adesso ci chiediamo la vendita di ASM cosa dovrebbe salvare? Forse la capitale in affanno su alcuni servizi strategici?
La recente decisione del Comune di Roma, che è socio di maggioranza di ACEA, di tornare ad incenerire i rifiuti urbani pone la necessità di un’atto di contrarietà deciso da parte della comunità ternana contro ogni ipotesi di privatizzazione e di ulteriore produzione di rischio.
Già sappiamo come si nasconderanno dietro a giochi di parole, controsensi classici del bi-pensiero orwelliano. Svendere per rafforzare, privatizzare per difendere la proprietà pubblica.
Ma c’è solo una parola per descrivere il processo che sposta il controllo dei nostri diritti, delle nostre risorse e delle nostre infrastrutture strategiche dalle mani dei cittadini ternani: tradimento.
Il nostro impegno sarà totale affinché il futuro dei ternani non venga ulteriormente svenduto per 4 spicci e risibili fumosi impegni.