VITERBO – Agli ingressi dei negozi della Aquilanti spa, infatti, ieri mattina sono stati messi i sigilli. Chiusi, pertanto, oltre al sito più grande, quello di via Garbini, che occupa 20 persone, anche i negozi di Follonica, Civita Castellana, Figline Valdarno, Orbetello e Roma Tuscolano, che complessivamente occupano dieci persone. La mail sull’avvio della procedura fallimentare è arrivata ieri mattina ai sindacati, ma la notizia era già nota da sabato.
“Ora – spiega Elvira Fatiganti della Uil – il curatore, insieme agli organi della procedura fallimentare del tribunale, dovrà decidere come e quando interrompere il rapporto di lavoro dei dipendenti. Infatti, una parte, una decina circa, è al momento in cassa integrazione”.
Questo vuol dire che, se il rapporto si interrompe immediatamente, si dovrà capire come procedere per chi sta usufruendo dell’ammortizzatore sociale. Un problema non da poco. Nel frattempo, però, la procedura va avanti: l’azienda dovrà consegnare al curatore l’elenco dei creditori e i libri contabili, a cominciare dai bilanci. Anche i creditori, con l’ausilio dei loro legali o dei sindacati, dovranno presentare domanda per essere ammessi al passivo dei crediti. Il tribunale dovrà inoltre, se non lo ha già fatto, fissare l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo dell’azienda.