Viterbo – Bancarotta fraudolenta della Macaf Trading srl, arrestato il “re” del caffè Maurizio Capoccetti

Ai domiciliari anche Antonio Glorioso (entrambi con il braccialetto elettronico). Indagati anche i cugini Antero e Francesco Capoccetti

VITERBO – In provincia di Viterbo e nel Lazio sono poche le persone che non hanno mai gustato le miscele di caffè Capoccetti. Questa volta però la notizia non sono le qualità dei chicchi di caffè provenienti dal Brasile o altre nazioni ma il fatto che l’erede della grande famiglia di Viterbo, Maurizio Capoccetti, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta della sua Macaf Trading srl.

Le Fiamme Gialle di Roma, su disposizione del Gip del Tribunale di Roma Gaspare Sturzo, hanno eseguito il provvedimento nei confronti di Maurizio Capoccetti (ristretto ai domiciliari) insieme al socio Antonio Glorioso, 52 anni, che avrebbe concorso al reato di bancarotta fraudolenta mentre sono indagati i cugini Antero e Francesco Capoccetti, di 63 e 47 anni.

La storica azienda del settore torrefazione, la Macaf Trading srl, con sede al Poggino, è stata dichiarata fallita dal tribunale fallimentare di Roma nel 2018.

Maurizio Capoccetti e Glorioso, sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma agli arresti domiciliari rafforzati dal braccialetto elettronico, con divieto assoluto di comunicare con persone diverse dal nucleo familiare e dai propri legali e di utilizzo di qualsiasi strumento telematico, informatico e telefonico.

Misure che sono “congiunte” con la misura interdittiva del divieto temporaneo, per sei mesi, di esercitare la professione di imprenditore e annessi.

“Perché in concorso tra loro e nelle rispettive qualità – si legge nell’ordinanza – omettendo sistematicamente di pagare i tributi dovuti all’Erario, imposte, tasse, diritti camerali, contributi previdenziali ed assicurativi, Iva, Ires e Irap, a far data dall’anno 1999 e fino alla data del fallimento, per l’importo complessivo pari a euro 1.246.623,28 di cui euro 93.273,68 ammessi nello stato passivo reso esecutivo il 21.11.2018 cagionavano e, comunque, concorrevano a cagionare con dolo e per effetto anche delle operazioni dolose di cui al capo c), il fallimento della società a responsabilità limitata. Con l’aggravante di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità e commesso più fatti di bancarotta fraudolenta”.


Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.