D’Amato che vorrebbe diventare presidente della Regione, insieme ai suoi collaboratori, avrebbe dirottato verso la sua associazione 275mila euro di soldi pubblici
ROMA – “No al patteggiamento, va condannato”. È iniziato ieri, lunedì 18 luglio, davanti alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, il processo contabile all’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, chiamato a risarcire 250mila euro di contributi regionali.
I giudici hanno respinto una nuova richiesta di patteggiamento avanzata dal difensore, il professor Angelo Piazza. La pm Barbara Pezzilli ha già avanzato una richiesta di condanna per l’assessore e per i suoi collaboratori.
Secondo l’accusa, D’Amato, fra il 2005 e il 2008, avrebbe spostato nell’associazione politica Rosso Verde, che lo promuoveva come consigliere regionale, i 275mila euro destinati alla onlus per l’Amazzonia di cui era socio. Per questo motivo – riporta il Corriere della Sera – era stato avviato un processo penale per truffa nei confronti della Regione Lazio, terminato (buon per lui) con una prescrizione dei fatti.
Secondo quanto dichiarato dalla pm, gli indagati avrebbero persino “sbianchettato” le fatture emesse dall’associazione per nascondere il dirottamento dei contributi regionali che erano stati assegnati alla onlus. Respinto il patteggiamento, seguirà un processo ordinario.