ROMA – Tramite il suo legale di fiducia Giampaolo Cicconi l’onorevole Vittorio Sgarbi stamane ha presentato un esposto alla magistratura per le gravi e infamanti accuse della Polizia svizzera secondo cui il parlamentare nei pressi del confine con l’Italia (ritornando da Locarno) avrebbe utilizzato una corsia preferenziale e tenuto acceso il lampeggiante blu (leggi tutto).
«Ai compiaciuti pettegoli voglio dire che non mollo rispetto ai miei diritti per i quali io non ho compiuto nulla di quello che mi viene attribuito dalla polizia svizzera. Non guidavo l’auto, era guidata da un agente di PS che ha autonomia di scelte rispetto alla mia sicurezza personale. L’agente non ha superato nessuno, non era su una corsia preferenziale ma sulla normale corsia di destra, peraltro libera.
Il mio ruolo è chiarito nell’esposto del mio avvocato che chiama in causa la polizia cantonale per avermi esposto, fermandomi senza motivo, tenendomi in stato di fermo e intimandomi, peraltro, di non scendere dall’auto, a rischi che, peraltro, proprio a seguito delle loro false e infamanti accuse, si sono subito manifestati con nuove minacce, soprattutto sui social, interrompendo di fatto quella tutela che è stata decisa non da me ma dal ministero dell’Interno a seguito di una serie di minacce di mafia, che non si capisce perché si dovrebbero ritenere “sospese” in territorio svizzero»