Civitavecchia – I controlli “fai da te” funzionano, beccato ladro dentro al Praya e consegnato ai carabinieri

L’uomo di un paese dell’Est con arroganza, al momento dell’arresto, ha detto ai presenti: “Tanto tra poche ore sono nuovamente libero in giro, Italia paese di merda”

CIVITAVECCHIA – “Tanto tra poche ore sono nuovamente libero in giro, Italia paese di merda”. Queste le parole del ladro fatto arrestare questa mattina dai carabinieri sulla spiaggia del Pirgo sorpreso mentre rubava dal proprietario dello stabilimento “Praya”.

I continui furti nei bar e nelle attività stagionali hanno spinto i commercianti a mettere in atto tutte le precauzioni necessarie visto che, loro malgrado, le forze dell’ordine sono praticamente inermi davanti a questo fenomeno. Pochi uomini, pochi mezzi e territori ampi da coprire.

Ecco allora che, come spesso accade, i commercianti si siano organizzati con controlli notturni privati e sistemi di sicurezza a tutela delle loro attività.

Alle prime luci dell’alba di questa mattina è scattato l’allarme all’interno dei locali dello stabilimento balneare Praya al Pirgo. Un sistema sofisticato antintrusione che ha fatto arrivare sul posto Mario Benedetti, titolare dell’attività, nel giro di pochi minuti.

Il ladro pizzicato con la torcia in mano ancora dentro il bar scassinato
Il ladro pizzicato con la torcia in mano ancora dentro il bar scassinato

Colto in flagranza di reato e allertati i carabinieri l’uomo è stato tratto in arresto (per sua fortuna ed incolumità)-

Infatti, nel giro di pochi minuti, si era diffusa la notizia del fermo e sul posto sono iniziati ad arrivare gli altri commercianti che, negli ultimi temi, hanno visto più volte violare i loro negozi.

L’uomo arrestato, di un paese dell’Est, almeno dall’accento, con fare arrogante e strafottente ha cercato non solo di intimorire i presenti ma ha fatto più volte presente che sarebbe tornato libero di lì a poco. Il suo giudizio sull’Italia è stato netto come il suo dispregio: “Italia di merda. Torno libero. Torno a rubare”.

Questo è quello che ha prodotto il “politicamente corretto” dell’accoglienza indiscriminata nel nostro paese.