Fondamentali le dichiarazioni della moglie dell’uomo assassinato in strada: “Ho trovato l’agenda con i nomi dei debitori e gli importi da riscuotere”
VITERBO – Una vita a prestare i soldi e pestare gente per riaverli indietro con interessi usurai. Questa è stata, fino al momento della morte avvenuta in un agguato il 7 agosto scorso, il percorso terreno di Salvatore Bramucci da Civitavecchia prima di essere freddato da Tonino Bacci e Lucio La Pietra.
Ormai non ci sono più dubbi su quanto stava facendo prima di essere ucciso. Aveva quasi finito di scontare una condanna sempre per reati di usura ed era ancora perfettamente inserito nei contesti delinquenziali collegati principalmente all’usura ed al traffico di sostanze stupefacenti.
Ultimamente, per non dare troppo nell’occhio, si limitava a fare il recupero crediti per altri usurai e se le vittime non pagavano le pestava a sangue usando anche una mazza da baseball che è stata ritrovata all’interno della Chevrolet dove ha trovato la morte.
Nell’ultimo periodo era tornato ad intensificare i contatti e gli incontri finalizzati al recupero dei crediti usurari. Doveva mettere insieme più soldi possibile. Aveva maturato l’idea di trasferirsi nelle Canarie e godersi la “pensione” guadagnata col duro lavoro di usuraio.
Utile a capire questa strategia è stata l’agenda di Bramucci che al suo interno conteneva due fogli scritti a mano. Nomi, soprannomi e località con vicino le cifre. Il totale ancora da riscuotere era di circa 50mila euro. Precisamente 47.300 euro.
La moglie Elisabetta, sentita poco dopo l’omicidio, nel rispondere agli inquirenti ha dichiarato: «fino a una settimana fa Salvatore mi ha sempre detto che avrebbe riscosso il denaro che lui aveva concesso in prestito a diverse persone. Anche se non mi ha mai precisato i dettagli dei prestiti, ritengo che lo stesso svolgesse l’attività di usuraio. Mi ha sempre detto che non faceva niente di male prestando i soldi a chi ne aveva bisogno. Salvatore mi ha tenuto sempre nascosto sia le persone a cui prestava il denaro, sia l’entità dei prestiti concessi. Posso riferire che circa un mese fa. Salvatore è tornato a casa nervosissimo e alla mia richiesta del motivo, lui mi ha riposto che si era incontrato con OMISSIS, una persona di Soriano che ora vive a Viterbo il quale si era presentato senza portargli i soldi che gli doveva e lui lo aveva malmenato. Mi ha detto «sto pezzo di merda non mi ha portato niente» e riferendosi a OMISSIS, questo gli aveva detto relazione all’agendina rossa che vi ho consegnato questa mattina, l’avevo travata casualmente poco tempo fa nel mobile della sala e guardando cosa c’era scritto, sono stata colpita da due fogli, che sicuramente aveva scritto Salvatore, che riportano sigle di nomi e cifre che sicuramente aveva prestato o doveva percepire. Delle sigle posso dirvi che:
1 – OMISSIS è un orefice che ha l’attività a OMISSIS;
2 – OMISSIS forse è OMISSIS col quale Salvatore non aveva buoni rapporti e a sentire Salvatore, era di Viterbo ed aveva dei cavalli e un albergo;
3 – OMISSIS che è di Grotte Santo Stefano e svolge il lavoro di OMISSIS;
4 – OMISSIS, titolare di un ristorante a OMISSIS.
Ricordo anche che una volta Salvatore disse a uno dei nostri figli di andare a mangiare a quel ristorante in quanto il proprietario doveva dargli così tanti soldi che l’attività era sua;
5 – OMISSIS potrebbe riferirsi a una persona di Civitavecchia ma non la conosco;
6 – OMISSIS potrebbe essere OMISSIS ma non ne sono sicura in quanto costui si è allontanato molto da Salvatore».
Elisabetta Bacchio stava per lasciarsi con il marito Salvatore per le eccessive liti e conflittualità quotidiane.
I due erano praticamente d’accordo e lui non vedeva l’ora di finire di scontare la pena per trasferirsi a Tenerife con la figlia Mascia che, con un bambino piccolo e il marito in galera, non vedeva l’ora di lasciare l’Italia.
Sempre agli inquirenti, la moglie di Bramucci ha raccontato: «Dal 2000 ho iniziato una relazione con Salvatore che, nel 2006, ha portato al nostro matrimonio, dal quale sono nati due figli. La nostra attività lavorativa è rappresentata in particolare dalla gestione di un canile che curo in particolar modo io. In verità devo dire però che la vita di Salvatore è stata caratterizzata sempre da rapporti con ambienti criminali, tant’è vero che lui ha sofferto di diversi periodi di detenzione per reati di usura ed altro. Ogni volta mi prometteva che avrebbe cambiato vita dandomi la possibilità di avere una maggiore tranquillità familiare, ma ogni volta questa promessa è stata disattesa. Ricordo di aver letto una chat intercorsa tra Salvatore e Mascia (la figlia maggiore), nel corso della quale parlavano del loro trasferimento all’estero e ricordo che Mascia ad un certo punto scriveva: «tanto noi qui siamo bruciati», riferendosi evidentemente a lei, al padre ed anche al compagno che si trova in carcere da circa un anno perché coinvolto in un traffico di cocaina».
La donna poi racconta un episodio assai particolare, un furto. Ingente. Subito da Bramucci nel 2013.
Persone ignote avevano asportato oggetti in oro, orologi e denaro contante per un valore complessivo di circa 50mila euro. Bramucci sospettava che fosse stata la cognata Sabrina e del suo ex marito. Tanto è vero che, presentando una denuncia ai carabinieri di Soriano nel Cimino sempre nel 2013 ebbe a dichiarare: «Preciso che circa quindici giorni fa sia io che mia moglie abbiamo avuto una discussione per motivi futili con Sabrina Bacchio, mia cognata, la quale tramite il marito ci fece sapere che ce l’avrebbe fatta pagare in qualche modo. Il motivo di tale discussione è un nostro intervento nella vita familiare di mia cognata la quale lamentava problemi economici. Sia Sabrina che suo marito sono venuti a casa mia circa un mese fa e si presentarono con un altro ragazzo che non conoscevo. Sono stati mezza giornata con noi e poi sono andati via; comunque entrambi sono venuti parecchie volte a pranzo a casa mia…omissis… Sia io che mia moglie abbiamo sospetti su Sabrina quale autrice o mandante del furto nella mia abitazione».
La denuncia di Bramucci ebbe un seguito con le indagini condotte dai carabinieri del posto che trovarono riscontri nei contrasti denunciati da quest’ultimo e la moglie con la cognata Sabrina.
Liti legati soprattutto al mondo degli stupefacenti che spinsero la cognata, nei momenti più buoi della sua vita e cioè quando ne faceva uso, a compiere furti dentro alcune abitazione, con asportazione di oro e denaro.
L’ex marito di Sabrina ha raccontato agli investigatori: “A causa dei pessimi rapporti ormai so poco delle persone con cui esce o frequenta. Tramite lei, all’incirca due mesi fa, ho conosciuto un uomo di nome “Costantin”, di nazionalità rumena, abitante in Roma, presso il bar dove lavora”.
Costantin, come accertato dai carabinieri, è il compagno di Sabrina Bacchio e probabilmente anche lui è indagato nell’inchiesta per l’omicidio di Salvatore Bramucci.
– Segue
Presunzione di innocenza
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.