Il 17 luglio, 20 giorni prima dell’omicidio di Salvatore, le sorelle Elisabetta e Sabrina Bacchio a cena con Constantin Pomirleanu. La Smart bianca immortalata a casa di Alessio Pizzuti il 4 agosto, giorno del primo sopralluogo
VITERBO – La soluzione al giallo sull’omicidio di Salvatore Bramucci, freddato con 6 colpi di pistola la mattina del 7 agosto nelle campagne di Soriano nel Cimino è sempre più vicina.
Gli indizi in mano agli inquirenti hanno in mano una serie di indizi impressionanti. Manca la prova regina e cioè il nome del mandante. Già perché sul movente, ormai, ci sono sempre meno dubbi.
Il “tesoretto” messo insieme da Salvatore Bramucci prima di lasciare l’Italia per godersi una vecchiaia dorata insieme alla figlia Mascia in quel di Formentera.
L’agendina “puzza” di depistaggio. La realtà è che Salvatore stava recuperando le ingenti somme frutto del suo illecito lavoro necessario per rifarsi una vita all’estero insieme alla figlia perché in Italia erano ormai “bruciati”.
Salvatore Bramucci aveva subito ben due furti. Uno da 50mila euro tra monili e soldi denunciato ai carabinieri nel 2013 ma anche un altro da 100mila euro spariti da un’intercapedine dove li nascondeva.
I sospetti su Sabrina, sorella della moglie di Bramucci, Elisabetta, erano forti. Fortissimi. Tanto l’uomo aveva troncato quasi del tutto i rapporti con lei che aveva grossi problemi di tossicodipendenza dalla cocaina. Poco credibile è apparsa agli inquirenti anche la giustificazione data dalla moglie del 58enne civitavecchiese sul tracciatore telefonico LIFE360 installato sul suo cellulare di entrambi.
L’applicazione deve essere accettata e confermata dall’utilizzatore in qualsiasi numero di telefono ed è ben visibile. Salvatore probabilmente lo aveva in uso per sicurezza perché temeva qualcosa e voleva che moglie potesse sapere sempre dove fosse e bastava schiacciare l’ALLERT per chiedere aiuto.
I 47.300 euro mancanti erano solo una piccola parte del tesoro che non è stato trovato e che probabilmente è sparito il giorno stesso dell’omicidio.
Tutto studiato a tavolino. Il 17 luglio del 2022 le sorelle Elisabetta e Sabrina stanno a cena insieme ad una sagra di paese dove è presente anche il rumeno di origini sinti Constantin Pomirleanu. Sono loro stessi ad immortalare quel momento conviviale sui social.
Così come sono i social a far sapere agli inquirenti che, Tonino Bacci e Alessio Pizzuti la sera del 4 agosto 2002, giorno del sopralluogo nei pressi dell’abitazione di Bramucci, sono insieme a cena. Sempre sui social viene fotografata la macchina, la Smart Bianca usata dal gruppo di fuoco il giorno dell’omicidio.
Gli investigatori si aspettano una collaborazione vera da parte della figlia di Salvatore Bramucci, Mascia, l’unica a conoscere i retroscena di questa vicenda.
Tre pregiudicati di quart’ordine come Tonino Bacci, Lucio La Pietra, Alessio Pizzuti e Constantin Pomirleanu hanno agito ben sapendo a quello che sarebbe stato l’esito di quell’omicidio. La loro scarsa professionalità ed impreparazione li ha fatti cadere rapidamente nelle mani della giustizia.
Non si escludono ulteriori provvedimenti nelle prossime ore.
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Presunzione di innocenza
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.