VITERBO – Sono stati 1716 gli infortuni sul lavoro da gennaio a luglio 2022 nella Tuscia. Un numero in crescita rispetto al 2021, quando nello stesso arco temporale gli incidenti tra le lavoratrici e i lavoratori erano stati 1154. A conti fatti il saldo positivo è di 562 unità. A tracciare il bilancio dei primi sette mesi dell’anno su quanto accaduto nel mondo del lavoro nella nostra provincia è il focus della Uil di Viterbo, che ha elaborato i dati dell’Inail.
“Come in tutti i territori del Lazio – spiega Giancarlo Turchetti, Segretario generale della Uil di Viterbo – anche nel nostro abbiamo riscontrato un allarmante crescita di denunce di infortuni sul lavoro. Basti pensare che in tutta la regione sono state 34762 le segnalazioni, contro le 20863 dello stesso periodo del 2021, praticamente quasi 14mila in più”. Nei sette mesi in questione tutto il Paese ha contato oltre 400mila le segnalazioni raccolte in tutto il Paese dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, mentre erano state poco più di 312mila nei sette mesi del 2021.
Tornando in ambito regionale il focus affronta l’angosciante capitolo delle morti sul lavoro: 52 nel Lazio in sette mesi. “Il nostro territorio come quello reatino è stato finora risparmiato dai lutti – spiega l’esponente sindacale – ma le altre province hanno già pagato un tributo troppo alto: 33 decessi a Roma, 10 a Latina, 9 a Frosinone. Numeri che pesano sulle coscienze di tutti noi. E non è un caso che la Uil è fortemente impegnata nella campagna #ZeroMortiSulLavoro, una mobilitazione, una vera e propria battaglia di civiltà che si pone l’obiettivo di rendere i posti di lavoro luoghi sempre più sicuri per le persone”.
Infine, uno sguardo alle malattie professionali: nella Tuscia sono state 105 nei primi quattro mesi del 2022, contro le 93 del primo quadrimestre 2021. Oltre mille in tutto il Lazio (1407), contro le 1276 dei primi quattro mesi del 2021. “In questo settore – conclude Turchetti – la provincia di Viterbo si pone al terzo posto dopo quella di Frosinone e di Rieti per crescita di queste patologie legate alla professione. Parliamo di un incremento riferito soltanto al primo quadrimestre e che desta preoccupazione pensando al dato definitivo di fine anno. Ciò che è fin troppo chiaro è che anche sotto il profilo della salute sui luoghi lavoro il cammino che le istituzioni devono compiere è ancora molto lungo”.