Riceviamo e pubblichiamo – Il MoVimento 5 Stelle a Terni non è a servizio di nessuno e non prende ordini né da Perugia né da Roma. Ad oggi non esiste alcun presupposto per un’alleanza alle prossime elezioni amministrative con forze politiche che hanno avallato in consiglio comunale la privatizzazione di ASM, consegnando la gestione dei rifiuti e il servizio idrico nel totale controllo privato e interrompendo così il percorso politico fatto nella durata di una consiliatura.
Dal 2014 ad oggi abbiamo difeso all’interno del consiglio comunale gli interessi dei cittadini ternani. Abbiamo combattuto per dieci lunghi anni fermando questo processo iniziato nel 2001. In vent’anni tutto il patrimonio pubblico costruito con i sacrifici delle generazioni del secolo scorso è stato sottratto dalle mani dei ternani e dal controllo democratico. Partendo dalla costruzione di tre inceneritori nelle giunte Ciaurro e Raffaelli, passando alla privatizzazione dell’acqua e il servizio idrico integrato. Un’operazione che ha moltiplicato esponenzialmente i costi per famiglie e imprese, nonché le perdite nella rete acquedottistica. Si è giunti poi nel 2014 alla privatizzazione del servizio di gestione dei rifiuti, optando per la gara con soci privati piuttosto che all’affidamento in house alla municipalizzata ternana. Fino alla svendita del trasporto pubblico, la chiusura delle mense scolastiche, la pubblica illuminazione e le reti del gas.
Oggi la conclusiva privatizzazione dell’ASM. Ma che cosa ha prodotto questo processo? Risparmi, efficienza, migliore qualità dei servizi? Tutt’altro. Ha prodotto un dissesto, una delle aree ambientali più inquinate d’Italia, assunzioni libere dai vincoli previsti dalle leggi in materia di società pubbliche, minore efficienza nella gestione delle risorse ambientali e un peggioramento verticale della qualità dei servizi e del costo al cittadino. Il controllo pubblico sui beni comuni è uno dei pilastri fondanti del MoVimento 5 Stelle. Su questo principio non siamo disposti a fare sconti né tantomeno a derogare la nostra identità politica nella definizione del perimetro valoriale dell’area progressista in cui costruire percorsi di convergenza.