In esclusiva anche l’SMS del capo della Protezione civile Carmelo Tulumello, persona poco capace e pagata quasi 200mila euro all’anno
ROMA – È stato Carmelo Tulumello, capo della Protezione civile della Regione Lazio che, dopo aver affidato, in piena pandemia, una commessa da 36 milioni di euro di mascherine alla Ecotech Srl di Sergio Mondin, a dare l’ok alla polizza fideiussoria che l’ente guidato da Nicola Zingaretti non è mai riuscito ad incassare e della quale contesta l’autenticità.
Al pari della Corte conti che nell’invito a dedurre inviato a Tulumello e Zingaretti le ha definite «garanzie irregolari e illegittime, non idonee in alcun modo a ridurre i rischi per la Regione». La prova del via libera del responsabile della Protezione civile è in un sms inviato dal dirigente regionale in risposta a Sergio Mondin titolare di fatto della Ecotech: «Ok, la polizza va bene».
Giorgio Quadri, legale della Ecotech: «La prima polizza fideiussoria concordata con la Itc International Broker srls non la presentammo alla Protezione civile perché palesemente falsa. Abbiamo successivamente contattato il titolare della Seguros dhi-atlas ltd, Andrea Battaglia Monterisi che ci ha sottoposto una nuova polizza». Continua il legale: «Vista il precedente della prima versione e non essendo noi in grado di verificare la bontà del documento abbiamo chiesto a Tulumello, attraverso i suoi uffici, di accertarne l’autenticità». A questo punto che cosa è successo? «È accaduto che Tulumello ci ha confermato che la polizza andava bene (anche attraverso l’sms di cui abbiamo parlato all’inizio, ndr) e Mondin ha provveduto a versare a Battaglia Monterisi la somma di 168 mila euro in cambio di due polizze fideiussorie. Una a copertura di 10 milioni di euro di anticipo e l’altra per garantire 4 milioni di euro». Per la Regione Lazio la polizza emessa dalla Seguros sarebbe falsa, ma Quadri ha un’opinione diversa: «La polizza è vera, esiste.
Mentre succede tutto questo, la Regione non ammette pubblicamente le difficoltà e il vicepresidente della giunta Daniele Leodori, sempre il 20 aprile, va in commissione Bilancio a riferire che la polizza c’è e che il consolato italiano di Shanghai ha verificato che è in partenza un volo per l’Italia con la merce a bordo. Nelle stesse ore la Seguros, che evidentemente ha scavalcato Derine, invia a Roma «gli schemi di polizze assicurative». Quelle a cui avrebbe dato l’ok Tulumello via sms, dopo aver pubblicamente evidenziato gli «accurati» controlli fatti sulla compagnia dominicana con sede di rappresentanza a Londra: «Dal sito internet della Fca – Financial conduct authority- la Seguros risulta effettivamente iscritta al numero 776865» annota. Tralasciando, però, di dire che non lo era come compagnia assicurativa.
dicembre 2020, 8 mesi dopo l’esplosione dello scandalo delle mascherine fantasma della Regione Lazio che ha costretto per la prima volta Nicola Zingaretti a vedere il suo operato passato ai raggi x, uno dei subfornitori dei dispositivi mai arrivati ha tentato l’ultimo colpaccio, cercando di portare a casa altri 565.000 euro. È quanto emerge dalla registrazione di una conference call tra Sergio Mondin, titolare di fatto della Ecotech che doveva fornire le mascherine alla Regione Lazio, Stefania Cazzaro, titolare della londinese Giosar ltd e una persona a lei collegata, il sedicente Ennio D’Andrea, che stando al racconto di Giorgio Quadri, legale di Mondin (che non ha dato seguito alla proposta e ha anzi querelato il fornitore), si sarebbe qualificato come un suo collega.
Senza, però, ha spiegato Quadri al quotidiano la Verità, che risultasse un avvocato con quel nome tra gli iscritti all’albo. In quella fase della vicenda Mondin è schiacciato dalla pressione di una vicenda più grande di lui e, dopo la rottura definitiva dei contratti con la Regione Lazio, cerca in tutti i modi di recuperare dai fornitori le somme versate, per poter rimborsare l’ente e uscire così da una vicenda giudiziaria che gli toglie il sonno.
Alla Giosar la Ecotech ha trasferito 4,74 milioni dei 14,68 milioni incassati come acconto dalla Regione, ma la società della Cazzaro non ha mai ottemperato alla richiesta di consegnare le mascherine o di restituire i soldi.
Anche perché, subito dopo essere arrivati sui conti della Giosar i milioni bonificati da Mondin sono stati dispersi in vari rivoli, con 1,5 milioni di sterline (la Giosar ha sede e conti correnti a Londra) finiti nelle casse di una strana società con sede a Praga, nella Repubblica ceca, la Noleggio car Sro, con un capitale sociale versato di circa 15.500 euro e operante, secondo la Procura di Roma, nel settore delle demolizioni edili.
Ma dalla registrazione delle riunione tra Mondin, Cazzaro e il misterioso D’Andrea (che parla a nome di un ancor più fantomatico «Antonio» al quale sarebbe riconducibile la Noleggio car), emerge una realtà diversa. A Mondin, infatti, è stata prospettata la possibilità di ricevere una partita di mascherine, sembra provenienti dalla Russia, ma i suoi interlocutori, spiega Quadri, gli chiedono di coprire le spese di spedizione.
Altri 565.000 euro che Mondin, che è già sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Roma per una possibile frode in pubbliche forniture, dovrebbe, secondo i suoi interlocutori, versare a chi ha già disatteso ogni accordo. Mondin teme conseguenze e dice: «Dobbiamo essere super sicuri di quello che facciamo Ennio, capisci?». Quindi aggiunge: «[…] con tutte le rotture di palle che ho […] devo essere sicuro che quello che facciamo vada a chiudere e non a incrementare il problema», perché «qua di amichevole non c’è niente, qua ci sono i pm che stanno indagando, punto».
Mondin cerca «un percorso che sia inattaccabile». Perché? «Quando faccio un bonifico di 565.000 euro con soldi che non sono più miei o solo miei, qualcuno può venire a dirmi: “Perché hai fatto questo bonifico? Non è che questi soldi, visto che li hai fatti anche all’estero, te li sei nascosti da qualche altra parte? Io questa cosa non la posso rischiare». Quindi sbotta: «E devo fare il bonifico un’altra volta alla Giosar che già mi deve dare 4,74 milioni che non sono miei?».
D’Andrea risponde a Mondin: «Se tu pensi che questo documento possa essere una cosa valida io ti faccio fare tutte le dichiarazioni che vuoi da parte di Antonio». Mondin ha chiari i rischi: «Se inciampiamo su un ostacolo rischiamo di finire tutti, te compreso, me compreso, Stefania compresa, a Regina Coeli. E io sinceramente non avrei voglia di farmi Natale a Regina Coeli». In un altro passaggio ribadisce la sua preoccupazione: ««Non si tratta di fare i preziosi o di fare i fenomeni, qua, ti ripeto, rischiamo di andare dentro tutti. Il mio nome e quello di mia moglie è già finito nei giornali più volte e in televisione più volte e ti ho detto anche i programmi. Ma sono alla Procura della Repubblica».
D’Andrea rilancia proponendo a garanzia 79 auto intestate alla Noleggio car per le quali si potrebbe fare un non ben precisato «certificato al ministero dei Trasporti», che l’uomo dice alla Cazzaro di poter stampare anche in quel momento: «Chiamo Antonio, mi faccio dare le password, mi collego al sito e te lo stampo immediatamente».
Quando un perplesso Mondin chiede come si faccia «a fare il passaggio di proprietà di auto che sono intestate a una società della Repubblica Ceca», D’Andrea spiega che le macchine «sono tutte quante in Italia, ma non perché sono targate italiane», anzi. Le 79 auto, per le quali, apparentemente, a Mondin sarebbe stato proposto il rilascio di una procura a vendere, sarebbero nel nostro Paese perché «tutte le società di noleggio estere» offrono «una comodità» per «le tasse», ma sono «tutte quante in Italia, regolarmente noleggiate».
Un escamotage che spesso viene utilizzato per aggirare il superbollo previsto nel nostro Paese per le supercar come Porsche o Ferrari. Secondo Mondin, che non ha mai incontrato D’Andrea, l’uomo sarebbe stato «l’intermediario tra la Cazzaro e un suo presunto fornitore» con sede nella Repubblica Ceca. La Noleggio Car, appunto, della quale, racconta Mondin, il non meglio identificato Antonio «sembra essere l’amministratore». Lo stesso D’Andrea parla della Noleggio car come della «società di Antonio». E in un altro audio aggiunge: «La società di quel signor Antonio adesso ha dei problemi in Repubblica Ceca, perché è stata presa in carico dalla Polizia criminale».
Nei vocali ci altre informazioni su questo soggetto: sarebbe stato lui a permettere di offrire come garanzia le auto. «Puoi dargli tutto che vuoi, l’importante è che risolviamo questa situazione» avrebbe detto. «Antonio non è stupido, ma […] è una persona talmente onesta e perbene che è disposto anche a questo, pur di chiudere questa cosa» ha continuato D’Andrea.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.