Un altro ampliamento dell’invaso delle Fornaci da un milione di metri cubi, 900 mila per l’esattezza. Lo ha chiesto la Ecologia Viterbo, gestore del sito, alla Regione Lazio lo scorso mese di settembre per allungare la vita alla discarica di Monterazzano, altrimenti destinata ad esaurirsi entro la fine del 2023.
A rivelarlo è Pierpaolo Lombardi, amministratore delegato della società, proprio nel momento in cui lo spettro dei rifiuti di Roma e del Lazio torna ad aleggiare su Viterbo a causa dello stop all’impianto di Magliano Romano. Il Tar ha infatti accolto il ricorso presentato dall’Associazione ecologica Monti Sibillini contro l’autorizzazione concessa dalla Regione Lazio. La quale “si è dimenticata”, secondo i giudici amministrativi, di svolgere le “necessarie valutazioni dell’impatto che la discarica avrebbe sulla falda acquifera sottostante”. Come sempre, quando si parla di emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio si accendono i riflettori su Viterbo in ragione del fatto che Monterazzano è allo stato attuale l’unico impianto attivo sul territorio regionale.
Qui arriva già una consistente fetta dei rifiuti di Roma e delle altre province, ma le 50 mila tonnellate extra viterbesi ed extra reatine (la Sabina scarica alle Fornaci di default) autorizzate a suo tempo dalla Regione sono ormai agli sgoccioli. Già a inizio settembre da via Cristoforo Colombo era partito un ultimatum a tutte le province del Lazio (esclusa ovviamente Viterbo): entro il 20 settembre dovevano trovare soluzioni “autarchiche” allo smaltimento dei rifiuti.