Il piano rifiuti in mano agli “scienziati” della regione Lazio almeno fino a quando Zingaretti non sarà che un brutto e lontano ricordo
VITERBO – La discarica di Viterbo si ferma. Almeno per il conferimento dei rifiuti provenienti dagli ATO non appartenenti a Viterbo e Rieti. La proprietà, infatti, ha preannunciato l’imminente esaurimento delle volumetrie destinate ai rifiuti per l’inizio del mese di novembre (in attesa dell’ampliamento).
Gli impianti di trattamento che conferiscono gli scarti nella discarica di Monterazzano, quindi, si troveranno costretti a ridurre o, peggio ancora, a cessare del tutto il conferimento di rifiuti urbani, provocando l’ennesima emergenza nel territorio della regione Lazio.
La decisione di fermare la discarica di Viterbo ha messo in allarme i comuni della provincia di Latina che hanno chiesto alla Direzione Rifiuti della regione Lazio, guidata dal toscano Andrea Rafanelli, chiarimenti in merito al potenziale verificarsi di una crisi legata alla chiusura del ciclo dei rifiuti nell’ATO.
Ricordiamo che attualmente nel Lazio, oltre alla discarica viterbese, c’è in piedi un solo impianto che, però, salvo ulteriori proroghe al momento non previste, potrebbe chiudere i battenti a breve. Parliamo della tanto discussa discarica di Albano Laziale, in uso grazie alla proroga della prima Ordinanza della Raggi, firmata dall’attuale sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Dunque, c’è il rischio di trovarsi di fronte all’ennesima emergenza rifiuti laziale, con il vecchio problema di non poter chiudere il ciclo dei rifiuti per mancanza di discariche. Un problema che ha contraddistinto tutti i 10 anni della fallimentare amministrazione Zingaretti.
Ora la regione deve trovare uno sbocco per gli ATO non appartenenti a Viterbo e Rieti che fino ad oggi hanno conferito nell’impianto della Tuscia. Tutti gli indizi sembrano portare in ciociaria. Precisamente a Roccasecca, nella discarica MAD di Valter Lozza.
L’ing. Rafanelli si sta muovendo per risolvere il problema, il 24 ottobre scorso ha convocato tutti i referenti degli impianti pontini. E’ consapevole, però, che senza discarica si cade di nuovo nell’emergenza. In più di un’occasione i rappresentanti della regione hanno detto, chiaramente, che poteva riaprire la discarica di Roccasecca.
Vedi Consoli, che all’Antitrust disse che erano incorso interlocuzione per l’avvio delle attività dell’impianto ciociaro. Che, ricordiamo, non necessita di autorizzazione in quanto già presenti (Determinazione n. G 15189 del 14/12/2020). Vedi “Frosinone – Rifiuti, tra pochi giorni la discarica di Roccasecca riaprirà i cancelli” https://etrurianews.it/2022/01/28/82627/
La provincia di Frosinone rischia di nuovo di trasformarsi in pattumiera regionale. Per ora sicuramente della provincia di Latina. Poi, dopo la scontata (non per Valeriani e Zingaretti) bocciatura del Tar sulla discarica di Magliano Romano, e in attesa delle decisioni su Albano Laziale, chissà. Il V bacino potrebbe riempirsi, come gli altri, di rifiuti dell’intera (o quasi) regione.
I cittadini della provincia si ricorderanno, sicuramente, nella imminente campagna elettorale delle regionali, del regalo che il Partito Democratico, laziale e ciociaro, gli ha riservato in questi lunghissimi dieci anni.