VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – Si è svolto due giorni fa il Consiglio straordinario del Comune di Viterbo dedicato alla analisi dello stato dell’arte sul problema della realizzazione del Deposito Nazionale Unico dei Rifiuti Radioattivi, su richiesta della consigliera Luisa Ciambella.
Sono stati inviati a partecipare i tecnici e i componenti dei Comitati della Provincia impegnati nella lotta alle scorie e firmatari del ricorso al TAR contro la CNAPI.
Il prof. Di Giorgio, l’avv. Rosi, l’ing. Gobbi, e i proff Scarelli e Madonnna hanno relazionato sui temi maggiormente rilevanti ai fini del contrasto su basi tecniche al Progetto della Sogin, che vede la Provincia di Viterbo come il territorio italiano maggiormente a rischio per accogliere il Deposito unico Nazionale, in virtù del maggior numero di Aree Idonee identificate, ben 22 sulle attuali 58 indicate complessivamente in Italia.
Al termine di una lunga seduta, a tratti accesa da interventi critici e dai toni aspri, che hanno comunque evidenziato non soltanto un profondo interesse da parte dei Consiglieri ma anche posizioni chiare e consapevoli della gravità della situazione, e grazie anche alla capacità di sintesi della sindaca Frontini, si è addivenuti alla decisione unanime di aderire ad adjuvandum al ricorso al TAR indetto dai Comitati provinciali contro la CNAPI.
Si è trattato di una manifestazione concreta di democrazia e di correttezza istituzionale nei confronti delle esigenze del territorio amministrato, dal momento che al di là delle dovute schermaglie politiche, l’interesse comune ha prevalso rispetto alle posizioni politiche contrapposte e all’unanimità è stata partorita la decisione di adesione al ricorso al TAR.
Un bell’esempio di responsabilità collettiva e consapevolezza dell’importanza della tutela dell’interesse comune, al di là dell’appartenenza politica. La politica divide, ma può anche unire se alla base delle decisioni esiste quella ragionevolezza che a volte è più necessaria delle esigenze di bandiera del contrasto politico.
I Comitati e le Associazioni da oggi in poi non saranno più attori istituzionalmente previsti nel processo in corso di attuazione del Programma Nazionale di smaltimento dei Rifiuti Radioattivi, di cui CNAPI e CNAI sono le prime tappe. Continueranno nella loro azione di informazione e proselitismo, continueranno nella organizzazione di manifestazioni, continueranno nelle loro azioni legali anche nei confronti della Corte Europea, ma da oggi deve entrare in campo la politica.
I tentativi fatti dai Comitati nei mesi scorsi, culminati anche con gli appelli ai Presidenti Draghi e Zingaretti, non hanno avuto ascolto, probabilmente anche in relazione al particolare momento in cui si trovava ad operare la politica nazionale, fortemente impegnata dai noti problemi internazionali e dalla campagna elettorale impellente.
Oggi, a bocce ferme, occorre riprendere con energia le attività più idonee a contrastare la realizzazione del Deposito Nazionale, in primis ribadendo il concetto che la posizione di contrasto non riguarda la trita e ritrita concezione della “sindrome” di NIMBY, ma è frutto di valutazioni obbiettive e tecniche derivate da oltre un anno di studio e analisi, con il contributo di specialisti qualificati che si sono impegnati sul tema. Tutti elementi che sono messi a disposizione della politica perché ne tragga i maggiori vantaggi.
Il principale scopo dei Comitati era infatti questo: contribuire alla informazione, fornire dati tecnici qualificati, sensibilizzare la istituzioni. Questo è stato fatto fino ad oggi e da qui comincerà ad intervenire la politica. Nelle competenze dei Comuni sta oggi la possibilità di intervenire in maniera diretta, attraverso le molte iniziative che possono essere intraprese, fra le quali l’adesione del ricorso al TAR, è una concreta opportunità.
Nella Provincia di Viterbo è auspicabile che l’esempio fornito dal Capoluogo venga diffusamente seguito, allo scopo di presentarsi al TAR e alla politica di Governo con la manifestazione plastica e concreta che un’intera Provincia ha fatto la sua scelta.
Questo tenendo anche conto della posizione assunta in occasione del Seminario Nazionale dall’allora Presidente Nocchi, che in quell’occasione garantì ai Comitati la possibilità di un confronto politico e quella di poter presenziare in streaming al Seminario Nazionale da un palcoscenico altamente rappresentativo dell’interesse Comune, che è stato quello della sede provinciale.
È auspicabile che la posizione del Comune di Viterbo, come capoluogo della Provincia, sia di stimolo per tutti i portatori di interesse, pubblici e privati, alla partecipazione e alla organizzazione di iniziative concrete atte a contrastare il processo decisionale ancora in atto circa la scelta del territorio in cui sarà realizzato il Deposito unico Nazionale dei Rifiuti radioattivi.
Prof. Angelo Di Giorgio consigliere di minoranza del Comune di Montalto di Castro