Una poltrona di assessore (al nulla) vale più di un’idea, un partito. Stella, Benedetti, Bordo, Andreani e Catini tutti insieme con amore
TARQUINIA – Le prossime elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Università hanno messo a nudo la “fame” di poltrone di personaggi che utilizzano i partiti solo per placare i loro “appetiti” politici.
Il centrodestra che ha stravinto le ultime elezioni politiche ha proposto quello che, di natura, dovrebbe essere un finale già scritto. Un presidente che rappresenti Fratelli d’Italia. Questi hanno indicato agli alleati di partito anche una donna, Valentina Paterna.
Apriti cielo. Giammai. La prima levata di scudi è stata del neo rappresentante della Lega di Tarquinia Roberto Benedetti. Prima di farlo sedere ad un tavolo della trattativa occorrerebbe chiedersi perché il sindaco Alessandro Giulivi gli abbia tolto le deleghe e mandato a casa pur essendo un assessore importante. Il primo a non porsi il problema è stato proprio chi lo ha nominato, Andrea Micci da Viterbo. Bastava chiedere per avere una risposta. Risposte che arriveranno non certo dagli ambienti politici ma da altrove e non ci sarà neanche tanto tempo da attendere. Del resto Roberto Benedetti può contare su una cinquantina di voti e di questi tempi, per come è stata ridotta la Lega dalla gestione Fusco, sono meglio di niente.
Poi c’è un altro personaggio politico di rilievo, Gino Stella, candidatosi alle ultime elezioni politiche con il centrodestra nelle fila di “Noi con l’Italia” di Maurizio Lupi e Giovanni Toti.
Ribattezzato “Jin Star” per la grande passione avuta nell’affiggere gigantografie che lo ritraevano in primo piano e di averne attaccate così tante d’aver superato addirittura il numero di voti di preferenza ottenuti. Forte di questo straordinario successo politico personale ha scelto di virare a sinistra e di allearsi con il PD. Se vincono una poltrona da assessore sembra sia stata messa a sua disposizione basta che finisca di usare i manifesti rimasti in magazzino.
Poi è la volta di Manuel Catini. La città di Tarquinia sta ancora aspettando il referendum per il quale ha raccolto firme e fondi con il suo movimento civico “Tarquinia 2024“. Anche lui, dopo aver transitato per tutti i partiti del centrodestra sembra aver definitivamente trovato una collocazione a sinistra. Pure per lui un assessorato e forse più. Però, ben sapendo che tutte queste “bravate” peseranno moltissimo alle prossime elezioni regionali ben si guarda di esporsi direttamente. Candiderà la moglie.
Poi c’è Daniela Bordo. Lei, non avendo candidati, ha messo a disposizione il simbolo in cambio di un assessorato.
In questa accozzaglia di sigle “e de’ capocce” possono mancare i 5 Stelle? Giammai. Loro non hanno più la forza di presentarsi per essere eletti in un condominio ma un paio di nomi li butteranno dentro ad una delle tre liste che andranno ad appoggiare il candidato in pectore per i compagni sinistri di Tarquinia e cioè Maurizio Leoncelli.
Bene. Mentre i sopra citati personaggi del centrodestra dovranno dire addio ad ogni sogno di gloria in quella che sarà una grande cavalcata nelle prossime elezioni regionali e dove sì che ci sarà da ridere e divertirsi. Chi gioverà di tutto questo è sicuramente Maurizio Leoncelli che dopo un lustro di anonimato si rilancia nella politica cittadina e potrebbe diventare il leader nel giro di poco tempo.
Il centrodestra? Se così stanno le cose dovrebbe passare la palla ai vertici regionali ma, in questo momento, sono il altre faccende affaccendati.