ORBETELLO – Il rave party di Modena continua a far discutere, anche per gli sviluppi sul piano normativo che ne stanno scaturendo.
Non si trattava però di un solo caso a livello italiano, perlomeno per quel che concerne la scelta delle tempistiche: un raduno simile fu organizzato anche in Toscana, ad Orbetello, esattamente sei anni fa. E il caso ha voluto che la sentenza del tribunale di Grosseto arrivasse proprio ieri, quando a livello nazionale le polemiche sul raduno modenese non si sono ancora placate: il giudice ha sì imposto agli undici imputati di versare un risarcimento complessivo di 11mila euro alla società proprietaria del terreno sul quale si svolsero i fatti, ma ne ha al contempo decretato l’assoluzione.
I media locali riportano un verdetto che appare in netta controtendenza con il decreto anti-rave annunciato dal presidente del consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi (per quanto anche il ministro dell’interno Matteo Piantedosi abbia rassicurato i sindacati ed aperto la porta all’ipotesi di eventuali modifiche migliorative). Per capire cosa successe, bisogna tornare indietro di oltre un lustro: era infatti il 30 ottobre del 2016 quando centinaia di giovani provenienti da tutta Italia e da tutta Europa occuparono un’ex-fabbrica di esplosivi, la Sipe Nobel, per organizzarvi un rave durato sino al 2 novembre successivo. Dinamiche simili a quelle verificatesi nei giorni scorsi in Emilia: anche in quel caso si trattava a quanto pare di un edificio pericolante e dismesso, scelto dagli occupanti in quanto si trovava in un’area particolarmente isolata della Maremma toscana. La scelta causò non pochi disagi al resto degli automobilisti, visto che numerosi partecipanti posteggiarono le proprie vetture sull’Aurelia rendendo necessario l’intervento della municipale e delle forze dell’ordine per scongiurare il rischio di incidenti.
Le indagini successivamente condotte dagli inquirenti portarono all’identificazione di undici persone, ritenute responsabili di aver messo a punto il raduno. Tutti e undici furono rinviati a giudizio per occupazione abusiva, mentre la ditta “Santarcangelo srl”, titolare del terreno sul quale si svolse il rave, si costituì parte civile. La richiesta dell’accusa era di un anno ed otto mesi di reclusione per ognuno di loro, in aggiunta ad una multa di 200 euro a testa. Una richiesta che tuttavia il giudice non avrebbe accolto “per la particolare tenuità del fatto”, si legge sul quotidiano Il Tirreno. E ha così assolto gli imputati per quel che concerne l’ambito penale, condannandoli però a versare 1000 euro a testa alla parte lesa. Un caso destinato a fare giurisprudenza?